05 novembre 2006
Simpri a proposit di scovacis
Il president de Colinâr al ven in consei, nus conte tantis "bielis" robis su lis scovacis, ma tal doman sul gjornâl al ven fûr che cumò lis puartin a Ferrara e dopo a Davian: no podevial dînusal za in Consei cence che o vedin di leilui dal gjornâl? Intant ancje Thermonuke nus segnale une letare publicade sul Messaggero.
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6 commenti:
letare sul Messaggero veneto
SABATO, 04 NOVEMBRE 2006
Pagina 9 - Udine
CASO RIFIUTI
Servono tecnologie innovative
La situazione di emergenza rifiuti, venutasi a creare a seguito dell’incendio nell’impianto di Rive d’Arcano, ha evidenziato i punti deboli del sistema di raccolta e smaltimento e ci ha fatto riflettere sul fatto di come siamo dipendenti, nostro malgrado, dalle politiche più o meno corrette nella gestione dei rifiuti. Non mi soffermo a discutere sul perché siamo vittime dell’emergenza, mi limito a guardare oltre, anche considerando quello che ho letto sui giornali in questi giorni. Ho letto e sentito parlare di scavare nuovi buchi, per poi richiuderli, ho letto di inceneritori, di valorizzazione e ho voluto dire la mia. Credo sia importante guardare avanti, valorizzare le metodologie innovative di trattamento dei rifiuti che vengono usate in paesi che già da tempo si sono preoccupati di dare una risposta chiara alla domanda su cosa fare dei rifiuti. In questi momenti, sempre più e a sproposito, si sente parlare di termovalorizzatori. A mio modo di vedere, la risposta non potrà essere quella di un termovalorizzatore, ma quella di favorire lo sviluppo del cosiddetto Tmb, acronimo di Trattamento meccanico biologico. Già esistono vari impianti di questo tipo che trattano i rifiuti partendo da un sistema di separazione meccanica e divisione dei rifiuti tra organici, avviati alle compostiere e inorganici, avviati al riciclo. Dati alla mano non più del 25% dei rifiuti trattati va in smaltimento in discarica. Vi è una forte riduzione dei percolati, di odori e di emissioni di CO2. L’impianto inoltre è autosufficiente dal punto di vista energetico, anzi produce energia che può essere venduta. Dopo tre anni dall’avvio dell’impianto solitamente si arriva al recupero del 90% dei materiali e oltre tutto non si limita il progresso del riciclo che può e deve continuare parallelamente. Per questo dico di non abbandonare la raccolta multimateriale perché ritengo che concettualmente possa essere quella che più si avvicina alle tecniche del Tmb pur trattando esclusivamente il rifiuto secco. Per contro l’inceneritore, oltre a produrre energia, produce diossine, policlorobifenili (Pcb), metalli pesanti ecc. con una efficienza energetica inferiore addirittura alle centrali a carbone. Si rifletta attentamente su questo e si promuova in generale il migliore dei sistemi di smaltimento ovvero la riduzione dei rifiuti. Sembra una stupidaggine, ma non lo è. In molti nel nostro piccolo possiamo contribuire a ridurre i rifiuti, basti pensare a che buste usiamo per fare la spesa.
Stefano Tuti
Consulente ambientale
Majano
La letare mi è plasude une vore, ancje parcè che a conferme che tancj che a domandi un brusadôr, forsit a fevelin cence savê cualis conseguencis che al puarte. La soluzion che nus presente Stefano mi pâr che a sedi il classic "ûf di Colombo": a voltis la soluzion plui eficaç e je chê plui semplice.
Resonament interessant ma un par di dubits mi restin:
1. Le termovalorizzazion e ha le produzion di energje come collateral al proces quindi no rèc el confront cun indics di efficienze propits di centrai a combustibil fossil, che e han l'energje come "prodot" primari.
2. Le diferenziade, ma te letare lu dis, e je già precursor de TMB, ma di dut ches compostaggio dopo ce fasino.
3. Un residuo no riciclabil teoric al reste ale fin no? in teorie tant di mancut, ma di lui ce fasino? simpri une buse pai nestris fiis?
Dut cas:
Mi par che chiscj pais al avanguardie, se discorin dal nord europe e vedin ancje ei brusadors.
El problema, lu a evidenziat te letare Stefano al e che el eror al e te politiche di gjestion, tal mut di fa lis robis che partissin e ancje des nestris abitudines e sprecos.
Purtropp in Italie e vin viodut cas di brusadors che brusavin ogni sorte di porcarie soplantant, e avvilint el riciclo come pur implans di compostazion che sot el humus e scuindevin i pies velens industriai.
Al e un problema di metodo e di controi...ma cheste e je un altre storie...
Raccaolta differenziata, raccolta differenziata, raccolta differenziata, raccolta differenziata..............
Tu sas che o soi cragnin
metitu el articul in cuestion...
GAZZETTINO di Mercoledì, 1 Novembre 2006
EMERGENZA RIFIUTI Diffida del Comune di Dignano. Il sindaco di Fagagna: «Chiederò l’intervento della Corte dei conti»
La Collinare gioca di nuovo la carta Aviano
Da domani le immondizie accumulate andranno a Ferrara. Il presidente: «Poi tenteremo l’opzione Snua»
Fagagna
Tempo scaduto. Mentre i 29 sindaci del consorzio A&T 2000 già alla fine della scorsa settimana avevano deciso di non aspettare l'annunciata ordinanza strassoldiana per la riapertura dell'impianto di Lignano affidato alla Exe, i 16 Comuni della Comunità Collinare e quello di Pagnacco avevano concesso qualche giorno in più alla Provincia.Ma, visto che ieri della super-deroga per aprire l'impianto del Pantanel non c'era traccia, hanno preso una decisione. Che, con un colpo di coda, ha anche riservato una sorpresa: è rispuntata, infatti, l'ipotesi-Snua ad Aviano.«Tenteremo di mantenere la raccolta multimateriale, senza passare al monomateriale e quindi alla divisione fra carta e plastica, come ha fatto A&T 2000. Se, come sembra, ci sono degli spazi disponibili alla Snua di Aviano, cercheremo di portare lì i rifiuti differenziati», dice il presidente della Collinare Tullio Picco , che con questo annuncio ha stupito l'intero cda della Comunità, a partire dal presidente dell'assemblea dei sindaci , il primo cittadino di San Daniele Gino Marco Pascolini, che fino alla mattina era certo che si sarebbe passati al mono-prodotto.Al riaffacciarsi dell'ipotesi pordenonese, qualcuno aveva consigliato di aspettare ancora per portare lì anche le immondizie accumulate in un mese e una settimana di emergenza. Ma, alla fine si è deciso diversamente anche per rispettare la scelta fatta dall'assemblea dei sindaci: a partire da domani, «i rifiuti accumulati sinora saranno smaltiti a Ferrara. Nella seconda fase, per le nuove immondizie prodotte, potremo pensare alla Snua, se, come sembra, ci saranno degli spazi disponibili», spiega Picco . Un'accelerata dovuta anche all'atto di diffida presentato alla Collinare, come conferma Pascolini, dal Comune di Dignano, ansioso di risolvere al più presto l'emergenza rifiuti.Preoccupato per il lievitare dei costi il sindaco di Fagagna Gianluigi D'Orlandim dopo aver chiesto alla Regione il commissariamento della Provincia e dopo aver invitato il Gabibbo in Friuli, torna alla carica.«Tutti i cassonetti sono pieni e, nonostante questo, Strassoldo ha chiesto a noi della Collinare e ad A&T 2000 di dichiarare lo stato di emergenza. Mi sembra assurdo. Visto che siamo stati costretti ad optare per il Veneto e visto che i costi per portare lì i rifiuti saranno cinque volte superiori, se mi troverò come Comune a dover pagare anche solo un euro in più di quanto pagavo prima, chiederò alla Procura della Corte dei conti di verificare se sussiste un danno erariale e, se sì, di individuare di chi sia la responsabilità. Lo smaltimento dei rifiuti prima per noi era a costo zero a Rive, sarebbe stato quasi a costo zero a Sedegliano e a poco più di zero a Lignano. Se pagheremo di più di prima, la cosa sarà portata all'attenzione del dottor De Luca a Trieste».Camilla De Mori
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