21 maggio 2008

Mandi Siôr Vicesindic

Cussì lu ai saludât par passe doi agns che o ai lavorât a Tavagnà.
Cussì lu saludi ancje vuê, pe ultime volte.

"O preferìs continuâ a fâ ce che o ami di plui. Vaîsi intor nol covente a nuie".
(Valerio Frezza 29.05.1939 - 19.05.2008)

1 commento:

Christian Romanini ha detto...

MARTEDÌ, 20 MAGGIO 2008

Pagina 7 - Udine

Da tempo gravemente ammalato, si è spento ieri in ospedale a Udine. Cavaliere della Repubblica, negli anni Novanta aveva fondato anche il Tribunale del malato

Lutto a Tavagnacco, morto il vicesindaco Frezza

Aveva 68 anni. Nel suo passato una lunga carriera amministrativa, era stato primo cittadino

TAVAGNACCO. Grave lutto a Tavagnacco, è morto il vicesindaco Valerio Frezza. Se n’è andato in punta di piedi, senza mai perdere, neanche per un attimo, quella forza d’animo che lo aveva accompagnato per tutta la sua vita, in gran parte spesa al servizio della sua città. Frezza si è spento ieri pomeriggio in un letto dell’ospedale di Udine, dove era stato ricoverato domenica, vinto da un tumore che gli era stato diagnosticato solo alcuni mesi fa. Avrebbe compiuto 69 anni tra pochi giorni, il 29 maggio.
Il vicesindaco, originario di Verzegnis, aveva fatto della generosità e dell’altruismo i cardini della propria vita, dedicando giorni, mesi, anni alle persone più bisognose. Anche per questo motivo aveva intrapreso una carriera, quella di amministratore locale, culminata con il ruolo di sindaco di Tavagnacco nel quinquennio dal 1999 al 2004. Già in Carnia si era contraddistinto, negli anni Sessanta, poco prima di trasferirsi a Tavagnacco, per l’attività con le associazioni volontaristiche e sportive.
Poi il lavoro alla Ferrero lo aveva obbligato ad abbandonare la sua Carnia, che ha portato sempre nel cuore, pur cominciando una nuova fase. Il suo impegno politico a Tavagnacco era iniziato nel 1993, come assessore esterno alle politiche sociali e continuato poi con l’incarico di primo cittadino e quello di vicesindaco, carica che ricopriva attualmente.
Politica ma non solo, perchè Frezza, uomo dai solidi principi morali, dedicava molto tempo anche alla propria famiglia: alla moglie Maria Luigia e ai figli Tiziano e Meris. «Tante volte – ricordano i due figli – nostro padre era impegnato per motivi di rappresentanza. Ma non c’era ricorrenza o festa alla quale fosse assente. A lui piaceva richiamare attorno a se tutta la famiglia e trascorrere assieme alcune ore. E meglio ancora se tra le sue amate montagne». E poi attenzione ai malati. Era stato proprio lui uno dei fondatori del Tribunale per i diritti del malato a Udine, negli anni Novanta. «Aveva sperimentato sulla propria pelle – ricorda il figlio Tiziano – una situazione di disagio e voleva che nessuno si trovasse in quella situazione. Con questo spirito aveva voluto fondare il Tribunale del malato di Udine. Mio papà era una persona generosa che amava fare del bene e mettersi a completa disposizione degli altri».
E ancora l’impegno con la Protezione civile, come volontario prima e come assessore poi. Come riconoscimento aveva ottenuto l’onorificenza di Cavaliere ufficiale al merito della repubblica italiana. E poi quella sua grande passione per il calcio e per le “sue” ragazze, quelle della Graphistudio femminile di Tavagnacco. Seguiva la squadra e i suoi risultati con una dedizione assoluta, ritagliandosi il ruolo di primo tifoso, per l’energia e lo spirito con cui al sabato assisteva alle partite delle gialloblù. E lo faceva nonostante la malattia. Perchè come ripeteva spesso nelle ultime settimane «preferisco continuare a fare ciò che amo di più. Piangersi addosso non serve a niente». L’ultima lezione, pronunciata col sorriso, di Valerio Frezza.
Erica Beltrame