03 luglio 2006

Se doman cualchidun nol à voie di viodi la partide...

Diviers ma intune: minorancis inte Comunitât Europeane
Carli Pup ospit dal Comun di Tavagnà
Martars ai 4 di Lui, a Branc li dal Centri Sociâl aes 20.30, inte suaze des conferencis "Furlan: par fevelâ di dut" Carli Pup, redatôr di Radio Onde Furlane, al presentarà une relazion su la realtât des minorancis linguistichis in Europe. La conference e je di grande atualitât stant che ven dopo dal referendum de Catalogne: e sarà duncje la ocasion par un confront e une riflession in mert ancje a chest argoment. La serade e sarà compagnade di une proiezion di diapositivis su la cuestion.

27 commenti:

Anonimo ha detto...

cui che mi definìs un satrapo, forsit nol à ben clâr il significât de peraule che e definìs un plen di bêçs che al gjestìs cun arogance il so podê. jo o ai cheste definizion tal vocabolari.
1) no ai podê
2) no soi plen di bêçs ancje se no mi lamenti
3) se dî ce che si pense al vûl dî "arogance", jo o preferìs clamâle libertât di espression e chest forsit (anzit, scuasit di sigûr) al dâ e al darà simpri fastidi.
chest parcè che plui di cualchidun nol sopuarte che la int no sedi un trop di pioris e al pues ancje capitâ che si cjati chel che al è dificil contâie, no parcè che al sa dut, ma parcè che no si contente de veretât dai "soliti noti", ma si permet di meti in discussion il "verbum".
e chestis personis no mertin nancje di considerâlis: jo o voi indevant pe mê strade e se cualchidun no i va ben, nol è un probleme gno.
i permalôs (e indi è tancj) a varessi di capî (o almancul sfuarçâsi) che la critiche no à di jessi cjapade come un atac personâl, ma come un stimul par cressi e fâ plui ben. ma se cheste e ven di bande di un plui zonvin, spes al da inmò plui fastidi (e se mi è permetût, o feveli par esperience direte).
dut câs, amen, no si contente mai ducj

Anonimo ha detto...

Jo no soi un espert, ma mi soi informât e o ai cjatât cheste opinion di personis che indi san plui di me
SI VOTE Sì PARCè:
1) Non è vero che la riforma faccia scempio della Costituzione: i principi fondamentali e i diritti di libertà contenuti nella prima parte non vengono toccati, perché la riforma modifica la seconda parte della Costituzione, che riguarda il funzionamento degli organi statali e regionali. Peraltro se vincessero i no non torneremmo alla Costituzione del 1948 ma a quella del 2001, modificata dal "federalismo" della sinistra, che ha creato tanti contenziosi tra Regioni e Stato e dunque sprechi di tempo e denaro.

2) È falso che la riforma porti alla "dittatura del premier". L'indicazione del suo nome sulla scheda elettorale, il potere di nomina e revoca dei ministri, la facoltà di chiedere lo scioglimento della Camera, erano previsti nella bozza di riforma della commissione D'Alema del 1998. Sono gli stessi poteri che hanno sindaci, presidenti di provincia e di regione, servono per garantire stabilità di governo e tutelano il diritto dei cittadini di scegliere un primo ministro, un governo, un programma, garantendo questo diritto con le norme antiribaltone.

3) La riforma non mette in pericolo l'unità nazionale ma al contrario la rafforza, perché: a) introduce il concetto di interesse nazionale e dà al governo il potere di bloccare le leggi regionali che danneggino l'interesse collettivo; b) distingue con chiarezza le materie di competenza statale e quelle di competenza regionale, riportando allo Stato la competenza su tredici importanti materie (prime fra tutte energia e infrastrutture) e perfezionando il meccanismo di devoluzione alle Regioni.

4) Non avremo venti sanità regionali perché le Regioni faranno leggi sull'organizzazione ospedaliera e sanitaria per una gestione più attenta alle esigenze locali ma rimane allo Stato il compito di garantire i livelli essenziali di assistenza. Allo stesso modo le Regioni avranno competenza sull'organizzazione delle scuole e sulla formazione professionale ma i programmi di studio restano nazionali, integrati da moduli di insegnamento regionali, per preservare le tradizioni delle singole regioni.

5) Sarebbe meglio fare le riforme costituzionali con l'accordo di tutti: peccato che nel 2001 la sinistra per prima riformò la Costituzione da sola. Inoltre "dimenticano" che la Costituzione stessa prevede un procedimento di modifica a maggioranza e di conseguenza un referendum confermativo come giudizio ultimo affidato al popolo.

Dunque il 25 e 26 giugno vota e fai votare Sì per dire no alle falsità della sinistra e per confermare una buona riforma, che divide con chiarezza i compiti di Stato e Regioni e che velocizza e razionalizza la procedura per fare le leggi. Votare Sì salva una riforma che garantisce più potere ai cittadini, istituzioni più efficienti e che riduce di 175 il numero dei parlamentari, misura simbolo di uno Stato meno costoso e più produttivo."

Anonimo ha detto...

«Perché voterò No»

Se si va oltre ai semplicistici spot con cui è spesso rappresentata la riforma costituzionale oggetto del referendum confermativo e si compie una pur minima analisi giuridica, con una attenzione politico-istituzionale, si comprende bene quale sia la posta in gioco. Per la prima volta dal 1948, con il più radicale intervento mai compiuto, si modifica l'intera seconda parte della nostra Costituzione, cioè quella relativa all'ordinamento della Repubblica (dal Parlamento al Governo, dalle garanzie costituzionali al sistema dei rapporti tra lo Stato e le Regioni). In altre parole, abbiamo di fronte una proposta complessiva di nuovo modello di Stato, non semplici ritocchi o aggiustamenti.
Si modifica la natura del Senato e della Camera, si cambia il bicameralismo perfetto prevedendo diversi procedimenti per la formazione delle leggi, si trasformano in maniera radicale i poteri del Presidente della Repubblica e del Primo ministro, si attribuiscono alle Regioni competenze in materie rilevantissime, introducendo un controllo di merito in base all'interesse nazionale, si incide sulle forme di garanzia quali la Corte Costituzionale. Il tutto con decorrenze di entrata in vigore differenziate nel tempo fino al 2016.
Sarebbe già sufficiente questo indice sintetico per comprendere che una riforma di tale portata avrebbe dovuto nascere da un progetto condiviso, frutto di un profondo dialogo di tutte le componenti parlamentari, come manifestazione di un aggiornamento del patto sociale del Paese. E invece, la modifica costituzionale è stata pensata e costruita senza alcuna logica mediativa, sorda ad ogni possibilità di visione complessiva, basata esclusivamente sulla sommatoria superficiale di spezzoni d'interesse delle sole forze politiche della maggioranza della precedente legislatura, per ragioni di equilibri interni.
Ma il giudizio diviene ancor più severo se si passa ad una valutazione giuridico-istituzionale del modello di ordinamento che viene proposto, cioè se si entra nel merito della riforma stessa.
Infatti, abbiamo un Senato federale solo nel nome e una sola vera Camera con potere "politico", del resto debolissimo, verso il governo. La funzione legislativa diviene pressoché impossibile, con una pluralità di procedimenti che comporteranno una grande confusione di competenze tra Camera e Senato e tra i diversi procedimenti stessi: spezzettamento delle leggi, permanente conflitto, incapacità per i cittadini e i giudici di comprendere quali rapporti esistano tra le varie leggi, l'impossibilità di gestire i provvedimenti fondamentali di natura mista, come la legge finanziaria e quella comunitaria.
Poi c'è la parte più pericolosa della riforma, la nuova disciplina del Governo, con un "premierato assoluto", per utilizzare le parole dell'ex Presidente della Corte Costituzionale Elia: il primo ministro ottiene poteri quasi da monarca assoluto dell'antico regime, con una concentrazione priva di bilanciamento, sino al controllo dell'agenda e del ruolo del parlamento. All'interno della Camera ogni sfiducia potrà essere compiuto soltanto dalla maggioranza "genetica" elettorale, negando così valore alla libertà del mandato elettivo e tradendo l'eguaglianza tra gli eletti. In nessuna grande democrazia occidentale, neppure presidenziale, troviamo una tale configurazione: basti vedere le regole in Francia o negli Stati Uniti, dove il Parlamento è garantito nella sua autonomia e il Presidente trova fortissimi vincoli e bilanciamenti al suo potere di governo.
Anche il sistema dei rapporti tra Stato e Regioni manifesta un tentativo confuso e irresponsabile di mettere d'accordo obiettivi e regole tra loro inconciliabili, sino ad attribuire potestà legislativa esclusiva alle Regioni in ambiti relativi ai diritti civili e sociali, incidendo sui principi fondamentali di eguaglianza sostanziale e di cittadinanza.
Sulla base del falso presupposto che "la costituzione è vecchia" (in altre democrazie neppure ci si pone il problema di una revisione quasi totale della propria antica costituzione, come negli Stati Uniti), viene oggi presentata una riforma che in modo equivoco è chiamata "devolution", ma che invece è un prodotto privo di coerenza logica interna e che porterà, se approvata, al caos istituzionale permanente tra i poteri pubblici.
E' una riforma palesemente squilibrata che viola i principi fondamentali liberaldemocratici degli Stati moderni, cioè la limitazione del potere (essenza del "costituzionalismo") e le garanzie dei cittadini di fronte ai governanti. Essa è frutto di una cultura della "prepotenza decisionistica". A questo modello di governo centrale si unisce la scelta di un federalismo competitivo interno anziché di tipo solidale, manifestazione di una demagogia che vorrebbe nel XXI secolo proporre come soluzione alle sfide della globalizzazione l'autoreferenzialità e la divisione: si tratta di una illusione perdente e conservatrice che non risponde ai bisogni di modernità e di sviluppo che implicano, invece, alleanze e sinergie.
Di fronte ad una riforma che condurrà ad una ingestibile funzione legislativa, alla confusione delle competenze tra Stato e Regioni, all'indebolimento del Parlamento, all'azzeramento dei compiti di mediazione e di equilibrio (e quindi di garanzia) del Presidente della Repubblica, ritengo si debba rispondere negativamente, proprio nell'interesse del futuro del nostro Paese. Se è inequivocabile la necessità di un aggiornamento della nostra Costituzione, la riforma attuale presenta risposte sbagliate di fronte a problemi e bisogni reali.
Una riflessione meditata conduce ad un "no" al peggioramento della Costituzione, ad una riforma inadeguata, manifestazione di involuzione e di conservatorismo: non si ammoderna l'Italia ma si fa compiere ad essa un evidente ritorno al passato, mettendo in discussione l'evoluzione culturale, politica e giuridica in ordine ai principi basilari dello Stato democratico e moderno. E non produrrà neppure una riduzione dei costi della politica: infatti la sbandierata diminuzione dei parlamentari avverrà soltanto tra dieci anni e le istituzioni sia centrali che locali diventeranno molto meno efficienti, a causa dell'aumento di conflitti e della confusione delle regole, producendo invece un aumento dei costi del sistema nel suo complesso.

Anonimo ha detto...

La verità, come titola Panorama questa settimana e che il Re e' nudo...
Io mi meraviglio come nessuno abbia chiesto spiegazioni per vie ufficiali a quel gironale tedesco che ci definisce UNTI PARASSITI E MAMMONI però è anche vero che nel piccolo e nel grande regna spesso confusione e incertezza condita con arroganza.
Non e' un veniale tornaconto personale a muovere certe leve quanto il narcisismo, bearsi del proprio "potere", di intimidire gli arbitri, di improvvisarsi raider e girare con le strafighe; per guingere al ns. piccolo paesello costruisci un improbabile giostra e una piazza arsa dal sole, sbanchi una collina, occupi la piazza a tempo indeterminato perche pensi ti sia dovuta, sopraelevi, edifichi, dimentichi regolamenti etc.... e questo si fa, spesso, per amor di lasciare una traccia, e non solo nella cosa pubblica. Malcostume non malaffare.

Per riprendere una metafora che ho letto i maiali passano ma proprio perche consci della loro fugace esistenza devono lasciarci il segno del loro passaggio a memoria degli asini che restano.

E chi ci ha insegnato questa cultura dei furbetti?
Chi ci ha lavato il cervello e fatto credere che la guistizia si aministri a striscia la notizia?
Chi ci ha illuso che self made man significhi se vuoi fortissimamente hai, non importa a chi prendi?
Chi chi propina personaggi famosi che, benche insignificanti, emergono dai grandi fratelli e dalle gare canore a forza di sonore sgomitate?

E voi ve la prendete con Cristian o con Sindaco e Assessori.
Ma aprite gli occhi, e invece di cianciare tanto, pensate!
Uscite dagli stereotipi in cui vi hanno calato e smettetela di ingurgitare le comode opinioni preconfezionate a senso unico che vi propinano come verità.
Riaccendete il cervello!!

Quelli che ci governano adesso: certamente, se possibile, peggiori basta vedere, nei fatti quali azioni abbiano sino ad oggi compiuto:
1. Amnistia a terroristi.
2. Distruzione del simbolo del capitalismo italiano, la squadra degli Agnelli
3. Indagini sulla squadra di Berlusconi (forse borrelli ha visto the untochables) ed e' convito di ncastrare qhello che nella sua testa e' Al Capone che gli e' sempre sfuggito.
4. Arresto del Savoia (per favore non chiamatelo re).
5. Stop alla TAV
6. Stop alla PAN
7. Riapertura a Cannabis e eroina di stato.
8. PACS
9. Sperimentazione incontrollata sugli embrioni
10. Aborto spacciato per anticoncezionale.

E' sempre arroganza, diversa solo per chiarire che ora vige la loro!

Dalla parte opposta un popolo bue che accetta tutto e che, da majano a roma e' rappresentato da gente che non merita. Un popolo che per partito preso ha imparato a dire no sempre e comunque.

No al nucleare
No ai termovalorizzatori
No alle discariche
No alle strade
No alle ferrovie
No ai ponti
No al cuel dal fum
No al taglio degli alberi
O comunque che si faccia tutto ma non nel mio comune....


Che fare: chi ha idee nuove e da portare si faccia avanti, gli altri curino il proprio orto che fare e piu difficile di criticare.

E che Dio ci benedica.

Voiceopportunity che non trova piu la PW

Anonimo ha detto...

La parola ozio, alla maggior parte delle persone, non evoca sensazioni positive. Anzi, al solo sentirla pronunciare probabilmente ci risuonano nella mente antichi detti (come "l'ozio è il padre dei vizi") frutto di una concezione figlia della cultura dell'operosità, che condanna l'inazione senza appello. Ozio, nella sua accezione più negativa, indica non solo il momento del non far niente, ma l'intera "tendenza o sistema di vita improntato alla ricerca indiscriminata dei piaceri..." (Battaglia). La condanna dei pensatori e dei filosofi padri della nostra cultura nei confronti dell'ozio è generalizzata, segno di vero allarme spirituale e sociale. S.Agostino, ad esempio, dice: "l'ozio è una sepoltura dell'uomo vivo, perché a stare ozioso e non far nulla si è a modo d'uomo morto.
Sorella dell'ozio è la pigrizia che, nella sua forma dell'accidia, viene compresa dalla concezione tradizionale cristiana tra i sette peccati capitali. La favola di Lafontaine della cicala e della formica esprime bene questa concezione: il lasciarsi vivere secondo il piacere del momento è opposto all'assunzione di responsabilità e alla progettualità.
Tuttavia, secondo una concezione attenta ai valori interiori, non è senza rischi l'adesione alla cultura della fattività, che sconfina facilmente nella esteriorizzazione della vita. Perché, se è vero che una condotta di vita incentrata sull'ozio ha ben poco di buono da portarci, è altrettanto chiaro che il modello di vita basato esclusivamente sull'industriosità porta con sé il rischio della perdita della dimensione della riflessione e della meditazione.
Il detto latino "otium et negotium", ci viene perciò in soccorso. Troviamo in esso ancora il segno di una concezione integrata tra le due forme di vita, che vede il bene nell'equilibrio tra i due momenti opposti: il lavoro esteriore e le attività dello spirito. L'andare e il tornare, l'espandere il proprio essere nel fare e il ritirarsi in sé per percepire il riflesso del mondo in se stessi: questi sono i due momenti del fare completo, un fare in cui non venga dimenticato il soggetto nella frenesia del raggiungimento dell'oggetto.
Occorre lasciare alla nostra anima quello spazio di quiete che, solo, può consentirle di ritrovare la via verso se stessa (quello spazio e quella attività che Jung chiamava il dialogo con l'anima), nell'approfondimento della coscienza di sé ma anche del valore e del significato che le stesse attività esterne rivestono per noi. Nel momento del fare non c'è ancora la coscienza piena, che ci giunge invece dalla successiva riflessione. L'ozio, dunque, così inteso, è il necessario complemento dell'azione, in un'alternanza che costituisce un'unità funzionale di livello superiore.
Nell'ozio creativo possiamo ritrovare le attività dello spirito: come la lettura, che ci costringe a fermare le nostre membra, ma ad attivare al massimo le nostre attività mentali, o come l'arte fruita o praticata nelle sue diverse forme, pittoriche, plastiche, musicali, legate alla parte destra del cervello, secondaria durante lo svolgersi della vita esteriore. O anche come la meditazione, che è travasamento di contenuti superiori nella vita dell'anima, o la riflessione, capace di portare quell'arricchimento della coscienza che altrimenti sarebbe impossibile.

Christian Romanini ha detto...

o vin cjatât un anonim che al à scuviert il "copia-incolla"

Christian Romanini ha detto...

Grazie voice, bentornât.
Grazie pe precisazion, ma magari cussì no chest al è il risi di cualsedi blog: al sta te onestât inteletuâl dai partecipants no doprâ non di altris. plui di cualchi volte al è sucedût che cualchidun al à fat il spiritôs e altris a àn suspietât di complots e tramis... ma come che si dîs: cui che al à il suspiet, al à ancje il difiet!

Anonimo ha detto...

Majan mi semee simpri di pui un pais là c'al domine el paraculismo. Ancje a livel nasional: c'al sei un derivat dal liberismo?

Anonimo ha detto...

Unevore biel el video cal comence cul Mahatma: pagines di umanitat.

Umanitat... purtrop e vin imparat tal cors de storie che l'omp al è el pies pericul pe umanitat...

Tu, Christian, trop pensitu di sei libar?

Anonimo ha detto...

mariute pacifiste ha detto...

BUGIE!
BUGIE!
BUGIE!
FINALMENTE VE NE ACCORGETE ANCHE VOI CHE LA LINEA MORBIDA NON PAGA!
IL COLLE DEL FUM TORNERA' AI SUOI ANTICHI SPLENDORI DOPO QUESTO LEGGERO "MACHILLAGE"!!
BASTA CON LE BUGIE!
E' SUFFICIENTE ANDARE SUL LUOGO PER ACCORGERSI DI COME SI STIA VALORIZZANDO LE POTENZIALITA' DEL LUOGO!

Christian Romanini ha detto...

jo o cîr di mantignî il plui pussibil la mê libertât, ancje se o soi cussient che chest status al è simpri in pericul e al covente scombâti dî par dî par difindilu. e tu?

Christian Romanini ha detto...

fevelant in maniere mancul serie: il furlan al puarte ben! 2 a 0 e la Gjermanie a cjasine...

Anonimo ha detto...

Quelli che ci governano adesso: certamente, se possibile, peggiori basta vedere, nei fatti quali azioni abbiano sino ad oggi compiuto:
1. Amnistia a terroristi.
2. Distruzione del simbolo del capitalismo italiano, la squadra degli Agnelli
3. Indagini sulla squadra di Berlusconi (forse borrelli ha visto the untochables) ed e' convito di ncastrare qhello che nella sua testa e' Al Capone che gli e' sempre sfuggito.
4. Arresto del Savoia (per favore non chiamatelo re).
5. Stop alla TAV
6. Stop alla PAN
7. Riapertura a Cannabis e eroina di stato.
8. PACS
9. Sperimentazione incontrollata sugli embrioni
10. Aborto spacciato per anticoncezionale.

era satira vero?

Anonimo ha detto...

No non era satira anzi aggiungo:

tassazione delle rendite finanziarie,

liberalizzazione dei farmaci (stranamente la coop ha gia il progetto e la richiesta di licenza dei corner farmaceutici e ci e' arrivata prima di Interspar, Auchan, Carrefour e altri colossi della GdO)

taxi selvaggio (e nuovo caso di cooperative pronte....)

arresto dei funzionari dei servizi segreti impegnati in importanti operazioni di antiterrorismo?

"Carissima Cancelliera, sono un tuo ammiratore, vengo a vedere la partita e ti dichiaro mio idolo politico economico e non m'importa se ci date degli unti parassiti e mammoni.


ma te cosa ne viene?

dove trovi da ridere?


perche pensi sia sarcasmo

Anonimo ha detto...

abbiamo visioni diverse di eventi identici! Speravo tu scherzassi!

Anonimo ha detto...

Se non cambiate direzione andrete proprio dove state andando

Anonimo ha detto...

Mior Prodi che i dis alla Cancelliera:
"Carissima Cancelliera, sono un tuo ammiratore, vengo a vedere la partita e ti dichiaro mio idolo politico economico e non m'importa se ci date degli unti parassiti e mammoni.
puitost che Berlusconi e Fini che i an tignut il det tal cul a chel coccode di Bush cules conseguences che duc e cognosin (e sence ottigni rispiet di lor)
- no soi anti-american a prescindere, anzi!!!, però certes robes no mi van iu

Anonimo ha detto...

La linearità di pensiero è per coloro che di pensieri ne hanno pochi.

Anonimo ha detto...

Orbene, amico mio dolce, in che modo sorge la tirannide?

Non è la smodata sete di libertà, di quella libertà che la democrazia definisce il bene più prezioso, a recare in sé stessa il germe della sua distruzione?

Ed invero, quando il popolo si inebria di libertà e non tiene più la misura, e non trova accorti reggitori che sappiano temperarne gli eccessi, allora i governanti, se non siano arrendevoli, vengono tacciati come reprobi e inclini all’assolutismo. E chi osserva e rispetta le pronunce dei magistrati è vituperato e riguardato quale essere servile e di nessun conto; mentre sono lodati ed esaltati quanti, arbitrariamente, si surrogano, nell’esercizio del potere, a coloro che essendone legalmente investiti, non sanno far valere la propria autorità! E la sovversione contagia, altresì, l’ordine delle famiglie. I figli si tengono da pari ai genitori e perdono per loro ogni riverenza o timore; e questi, per debolezza, o per tema di compromettere la quiete domestica, finiscono col subire e col rassegnarsi a tale nuovo stato di cose!

I discepoli non hanno più rispetto per i maestri, i quali, per non apparire intolleranti o dispotici, sono larghi con essi di lusinghe e di adulazioni.

I giovani trattano da pari a pari coi vecchi, e questi, per non essere o sembrare da meno, adeguano al loro il proprio atteggiamento, dimostrandosi remissivi e condiscendenti.



SORGE COSI’ LA TIRANNIDE!

Ritrovato in un antica pergamena dagli scavi archeologici del cuel dal fum (platone)

Anonimo ha detto...

E adesso il nostro ministro della salute pensa bene di far stampare all'ufficio stampa le istruzioni allegate al Pinguino DeLonghi.

Grande!!!

Io so cos' hanno pensanto quando hanno messo la Livia:

Non facciamo l'errore di Berlusconi che ha sottratto uno scienziato come Veronesi al suo lavoro, mettiamoci una che dice cose inutili....

anche se ammetto che Storace....

Anonimo ha detto...

4 ottobre: Bruce Springsteen a Villa Manin, canterà "born in the U.S.S.R." e "Red Banner is going to prevail" altrimenti a casa!

Christian Romanini ha detto...

Scusait ma no rivi a stâ daûr dal discors... isal il cjalt? Par plasê se no vês voie di regjistrâsi e restâ propit anonims, almancul metêt une sigle se no cui capìs un boro di cui che al fevele... grazie

Anonimo ha detto...

Scusa non puoi togliere l'option anonimo?

Almeno uno si registra con uno pseudonimo e capiamo il dialogo almeno no?
chi batte e chi ribatte no?

Tanto resta piu o meno anonimo comunque no?

Anonimo ha detto...

o soi dacordo, io o stenti a ciata il fil

contadin

Christian Romanini ha detto...

Ma scusait: se un al à voie di regjistrâsi, nol fâs nuie altri che fâlu. La option dal anonim e je par chei che magari sul moment no àn tante pratiche, ma se un al à voie al pues meti dal messaç la firme, come che al à fat il contadin chi parsore, o no?
(ps ma il contadin no jerial regjistrât? âstu pierdût ancje tu la password o no sêstu il vêr contadin?)

Anonimo ha detto...

ma scusait: chei quatri mones che an scrit un libri in rispueste al post crodino ancjie che qualchidun al pierdi timp a lei dut ce che an scrit?

matz

Christian Romanini ha detto...

mandi matz
benvignût ma no mi semee il câs di fâ ciertis considerazions sui la cualitât dai coments... tu podevis sparagnâti chê etichete sui cuatri... no?