Lunis no sai ce partide che e sarà ma mi pâr che come tifoserie no sin mâl ni di une bande ni di chê altre…
Intant che o spietìn la Nazionâl, o vin di visâsi che DOMENIE SI PUES LÂ A VOTÂ NO DOME IL REFERENDUM, MA ANCJE PAI COMITÂTS DI FRAZION (ancje se cualchidun al pense che no coventin a nuie…).
ATENZION, PAI COMITÂTS SI VOTE DOME DOMENIE.
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5 commenti:
Dopo ce che al è sucedût lunis, jo no mi platarès daûr la figure di "costituzionalisti": fevelìn clâr e disìn che cheste votazion e à un caratar une vore politic, cussì politic che la sinistre e va cuintri ce che la stesse comission D'Alema e veve proponût tal 1998 (va a viodi il pont n.2 chi parsore). Chest dome parcè che la sinistre no je rivade a fâ la riforme, Berlusconi invezit sì. SI VOTE Sì
Jo no soi un espert, ma mi soi informât e o ai cjatât cheste opinion di personis che indi san plui di me
SI VOTE Sì PARCè (repetita juvant: orpo! dopo il talian ancje il latin, no dome il furlan...):
1) Non è vero che la riforma faccia scempio della Costituzione: i principi fondamentali e i diritti di libertà contenuti nella prima parte non vengono toccati, perché la riforma modifica la seconda parte della Costituzione, che riguarda il funzionamento degli organi statali e regionali. Peraltro se vincessero i no non torneremmo alla Costituzione del 1948 ma a quella del 2001, modificata dal "federalismo" della sinistra, che ha creato tanti contenziosi tra Regioni e Stato e dunque sprechi di tempo e denaro.
2) È falso che la riforma porti alla "dittatura del premier". L'indicazione del suo nome sulla scheda elettorale, il potere di nomina e revoca dei ministri, la facoltà di chiedere lo scioglimento della Camera, erano previsti nella bozza di riforma della commissione D'Alema del 1998. Sono gli stessi poteri che hanno sindaci, presidenti di provincia e di regione, servono per garantire stabilità di governo e tutelano il diritto dei cittadini di scegliere un primo ministro, un governo, un programma, garantendo questo diritto con le norme antiribaltone.
3) La riforma non mette in pericolo l'unità nazionale ma al contrario la rafforza, perché: a) introduce il concetto di interesse nazionale e dà al governo il potere di bloccare le leggi regionali che danneggino l'interesse collettivo; b) distingue con chiarezza le materie di competenza statale e quelle di competenza regionale, riportando allo Stato la competenza su tredici importanti materie (prime fra tutte energia e infrastrutture) e perfezionando il meccanismo di devoluzione alle Regioni.
4) Non avremo venti sanità regionali perché le Regioni faranno leggi sull'organizzazione ospedaliera e sanitaria per una gestione più attenta alle esigenze locali ma rimane allo Stato il compito di garantire i livelli essenziali di assistenza. Allo stesso modo le Regioni avranno competenza sull'organizzazione delle scuole e sulla formazione professionale ma i programmi di studio restano nazionali, integrati da moduli di insegnamento regionali, per preservare le tradizioni delle singole regioni.
5) Sarebbe meglio fare le riforme costituzionali con l'accordo di tutti: peccato che nel 2001 la sinistra per prima riformò la Costituzione da sola. Inoltre "dimenticano" che la Costituzione stessa prevede un procedimento di modifica a maggioranza e di conseguenza un referendum confermativo come giudizio ultimo affidato al popolo.
Dunque il 25 e 26 giugno vota e fai votare Sì per dire no alle falsità della sinistra e per confermare una buona riforma, che divide con chiarezza i compiti di Stato e Regioni e che velocizza e razionalizza la procedura per fare le leggi. Votare Sì salva una riforma che garantisce più potere ai cittadini, istituzioni più efficienti e che riduce di 175 il numero dei parlamentari, misura simbolo di uno Stato meno costoso e più produttivo."
Sierade la sezion n.1 pe prime zornade di votazions: su 1199 che a àn dirit a son stâts a votâ 410 di lôr, ven a stâi il 34,195
in Italie, simpri aes 22.00 di domenie al à votât il 35%
O Si o No, Viot ce rase di sunete cal met su.
E se decidesin il Si o il No in base la cal tire il pel?
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