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dal Gazzettino
Domenica, 19 Agosto 2007
Pilota morto a Rijeka, si fa l'autopsia
Cordoglio a Majano per la fine di Flavio Calligaro, motociclista di 39 anni
Majano
Adesso gli amici sconvolti parlano di destino, per spiegare la tragica fine di Flavio Calligaro , il motociclista di 39 anni, morto venerdì nell'automotodrom "Grobnik" di Rijeka in Croazia.Si stavano svolgendo le prove per il campionato Alpe Adria Uem di velocità con il Motoclub Morena. Con lui c'era l'amico Giampaolo Collavino, che avrebbe dovuto partecipare alle gare di campionato, ma che ha dovuto disertare per infortunio. Collavino ha voluto esserci a Rijeka, anche solo a bordo pista, per fare da supporto a Calligaro : «Siamo partiti giovedì con il furgone e la dotazione meccanica per la gara», racconta. Ripete che Flavio «era una gran brava persona molto seria, sincera ed onesta, come ce ne sono poche in questo ambiente. Purtroppo è stato sfortunato. Era entrato in pista alle 11.35 per i giri di prova e l'incidente è accaduto dopo solo due tornate». Si ipotizza la perdita d'aderenza con controsterzo e di conseguenza il disarcionamento dalla moto. Fatali per Calligaro i gravissimi traumi alla base cranica.Come rileva il presidente regionale della Fmi (Federazione motociclisti italiani) Giuliano Gemo, incidenti di questo genere capitano spesso nelle gare, ma raramente con conseguenze così gravi: «Una casualità», non riesce a darsi spiegazioni. Oggi Gemo rappresenterà l'Italia nella gara Alpe Adria che oltre al Friuli Venezia Giulia, vede iscritti piloti di Austria, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Il Motoclub Morena non sarà in pista in segno di lutto per la scomparsa di Flavio , da anni grande appassionato di motori. Aveva cominciato ragazzino, con il fratello, nell'officina meccanica. Poi era salito su auto, kart e moto, partecipato ovunque a gare e da un paio d'anni correva con i colori del Morena. Preciso, ordinato, quasi maniacale nella preparazione. Negli ultimi tempi, dopo la morte di un amico dello stesso club, aveva giurato: «Mai più per strada, solo in pista». Era turbato e aveva mantenuto la promessa. Flavio Calligaro non era uno spericolato - lo dicono tutti - e sulla pista, con tutti gli accorgimenti tecnici per la sicurezza, si sentiva più tranquillo. E invece proprio la pista lo ha tradito.Il presidente onorario del Morena, Claudio Boffito, dice: «Flavio non aveva mai voluto strafare nelle gare di velocità. Possono essere tante le cause dell'incidente: imprevisto, scarto, pista sporca...Tutto, meno che scarsa attenzione perchè quella sono sicuro che ce l'ha messa tutta». Trattiene a stento le lacrime, Boffito. Come il presidente del Motoclub, Massimo Candolfi.
Flavio Calligaro era sposato e padre di una figlia di 14 anni che adorava. Nella sua vita non c'era solo la moto, ma il lavoro alla R.T.I.A. di Farla, una ditta di manutenzioni, e la famiglia. Quella famiglia riservata e legatissima che in queste ore riceve le le visite di tutti gli amici, gli anziani genitori e i due fratelli, Maurizio e Stefano.I funerali saranno celebrati forse giovedì 24 agosto a Majano, mentre per lunedì dalle autorità croate è stata disposta l'autopsia, alla quale farà seguito il rientro della salma in Italia.
Ivano Mattiussi
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