Te zornade dal aniversari di Marcinelle, o scuen tornâ a scrivi di emigrants. E lu fâs cun tancj compliments a Giorgio Santuz (te foto cun me a Pontebe), president di Ent Friûl pal Mont, pe biele manifestazion di sabide e domenie. Santuz cul so grup di vore no dome al è daûr riorganizâ l'ent Friûl pal mont, ma si è declarât completamentri favorevul al insegnament dal furlan a scuele. Ve chi une altre persone autorevule che e dimostre la inteligjence di une cierte classe politiche furlane, no sierade tal so palaç (o ort), ma che e cjale lontan cence dismenteâsi di dulà che e ven e dal so patrimoni identitari.
Grazie president Santuz!
Grant suces di “Stin dongje ae Patrie”, la tierce edizion de fieste dal
nestri gjornâl
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Pe rassegne Avostanis, li dai Colonos a Vilecjaze di Listize, il mont des
associazions, de culture, dal spetacul, dal sportsi è strengjût intor dal
gjornâl...
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LUNEDÌ, 06 AGOSTO 2007
Pagina 5 - Regione
Ovazioni e applausi per i campioni dell’Udinese calcio L’assessore Bertossi: portano i nostri colori in tutto il mondo
Gli emigranti: un simbolo il friulano a scuola
L’appoggio dei Fogolars dal Sud America all’Australia: solo così sopravvive il legame
In migliaia ieri per la giornata della friulanità promossa dall’Emf Si riapre il dibattito sulla madrelingua. Coro di sì anche dai big politici
PONTEBBA. Per molti friulani emigrati all’estero ha rappresentato l’unico legame mantenuto con la terra d’origine. Oggi vorrebbero che questa ricchezza venisse tramandata alle giovani generazioni in classe. Il dibattito sull’insegnamento della lingua friulana a scuola non poteva che rianimarsi nel giorno in cui oltre mille emigranti hanno fatto ritorno in Friuli, per partecipare alla festa organizzata dall’Ente Friuli nel Mondo a Pontebba. Con il regalo dell’Udinese calcio, che è salita a salutare gli emigranti radunati in Friuli.
Chi da Perth, in Australia, chi da Caracas, in Venezuela, i friulani dei Fogolars Furlans hanno ribadito con convinzione la propria volontà di tramandare e valorizzare la marilenghe. «E’ necessario dare nobiltà alla lingua friulana, tutelandola e attribuendole valore – ha affermato Giorgio Santuz, presidente di Ente Friuli nel Mondo –. Le realtà culturali di un territorio vanno trasmesse e lo strumento più valido per farlo è senza dubbio la lingua. Per questo come Efnm siano d’accordo con l’impostazione data dal presidente Illy al disegno di legge e gli siamo grati. Siamo a disposizione per fornire qualunque tipo di contributo».
Una questione quella dell’insegnamento della lingua friulana a scuola, che ha trovato sostenitori più o meno convinti anche tra le autorità arrivate a Pontebba. «L’idea è buona – ha commentato Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia – ma il disegno di legge andrebbe migliorato. Serve maggiore gradualità, questo provvedimento non va imposto, anche perché il friulano è una lingua parlata ed è proprio questa sua caratteristica a determinarne la forza». Perplesso il presidente della Provincia di Pordenone, Elio De Anna: «Esistono più versioni della lingua friulana e io sono per la valorizzazione di tutte queste varianti. Ingabbiarle in regole fisse creerebbe soltanto danni».
Più articolato il pensiero del presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo: «Se una lingua vuole essere trasmessa al futuro e non estinguersi, deve essere scritta e letta da chi la utilizza. E per fare questo è indispensabile insegnarla a scuola». Per Strassoldo comunque il punto di partenza deve essere la formazione: «Il problema fondamentale è quello di riuscire a formare gli insegnanti per trasmettere il friulano. Si devono fornire all’Università gli strumenti adeguati per la preparazione dei docenti». E se Flavio Pertoldi considera il provvedimento legislativo sul friulano «un sigillo importante per il mantenimento della tradizione e dell’identità friulana», Ferruccio Saro mette in guardia dalle strumentalizzazioni: «La materia è complessa e non va utilizzata per fini elettorali.
L’insegnamento del friulano non va imposto, non è questo il modo di salvaguardare una lingua». Al di là delle discussioni sull’insegnamento della marilenghe, l’incontro di Pontebba è stata una festa di popolo, alla quale hanno partecipato emigranti da tutto il mondo. Un’occasione per ribadire come il futuro della friulanità sia nelle mani dei giovani di seconda e terza generazione, che avvalendosi delle tecnologie del mondo globalizzato dovranno ricomporre la comunità friulana dispersa nei cinque continenti. «Se oggi siamo una delle regioni più sviluppate d'Europa – ha commentato l’assessore regionale Roberto Antonaz – lo dobbiamo anche al sacrificio dei friulani, dei giuliani, degli sloveni, che anni fa hanno preso la valigia e hanno lasciato la miseria per cercare lavoro nei quattro angoli del mondo.
Oggi le seconde e terze generazioni stanno riscoprendo le radici dei loro papà e dei loro nonni, ricercando un contatto con il Friuli Venezia Giulia. Non dobbiamo mancare questo appuntamento». In un’atmosfera di festa, prima del saluto del sindaco di Pontebba Bernardino Silvestri, a dare il benvenuto in Friuli agli emigranti è stata la squadra dell’Udinese calcio, portata a Pontebba dall’assessore regionale Enrico Bertossi: «L’Udinese è una delle cose a cui i friulani nel mondo tengono di più e questo perché la nostra squadra, negli anni, ha saputo portare in alto il nome del Friuli».
Alessandro Cesare
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