Marzio Strassoldo al à ritirât lis dimissions.
E il Dree nus da la sô interpretazion su lis motivazions di chest at, che nol mancjarà di creâ un grues burlaç dentri de Cdl, stant a ce che a vevin fint cumò declarât i segretaris politics.
A mi mi plasarès savê ce che al dîs Edi Snaidero di dut chest davoi...
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9 commenti:
Sul Mv di vuê
SABATO, 20 OTTOBRE 2007
Pagina 2 - Attualità
Fi rischia la spaccatura, poi sceglie la linea dura
Una giornata convulsa per gli esponenti azzurri con l’aspro confronto tra i provinciali e i vertici regionali
UDINE. Alla fine, in serata, arriva un comunicato stampa siglato «l’intero gruppo consiliare e provinciale di Forza Italia», quasi a sottolineare un’unità d’intenti che nessun interlocutore aveva peraltro richiesto. Ma è evidente che quella di ieri è stata per gli azzurri una giornata difficile, densa di tensioni e soprattutto di insidie, con il tentativo, da parte del gruppo dirigente udinese e provinciale, di avallare uno Strassoldo-bis in netto contrasto con quanto aveva già dichiarato il coordinatore regionale del partito, Isidoro Gottardo. Insomma, per diverse ore dentro Fi è aleggiata la paura di uno scontro interno che evidentemente qualcuno ha cercato. Una sorta di rivincita che udinesi e provinciali avrebbero voluto contro Gottardo e Saro. In ballo, tra l’altro, c’era, e probabilmente rimane, anche la vicenda legata alla candidatura alla Regione di Edi Snaidero, candidatura che proprio Strassoldo ha sempre manifestamente ostacolato. Il partito del presidente, oltre che sul capogruppo Piero Mauro Zanin contava e conta anche sui coordinatori comunale e provinciale, Blasoni e Virgili e, a dire di questi, anche sui sindaci di Trieste e Gorizia, Dipiazza e Romoli, sul parlamentare Giulio Camber, sul presidente della Provincia di Pordenone, Elio De Anna.
Alla fine, Fi ha trovato la quadratura del cerchio con un documento molto più duro rispetto a quello unitario della Cdl. Una posizione unanime per ribadire di ritenere il ritiro delle dimissioni da parte del presidente «inaccettabile e strumentale, comunque volto a voler condizionare una coerente decisione della coalizione che lo ha lealmente sempre sostenuto». Per questo «disapprova il ritiro delle dimissioni e ritiene le proposte di verifica formulate tardive rispetto a problematiche da tempo conosciute».
Dunque, la Cdl evita uno strappo pericolosissimo. Ciò non toglie, tuttavia, che dentro Fi lo “strappo” qualche segno lo lascerà. Non fosse altro perché ieri, in mattinata, il segretario provinciale, Virgili, si era dichiarato possibilista rispetto al rilancio di Strassoldo, parlando delle necessità di un confronto con il resto della Cdl. Ma il resto della Cdl aveva già scelto che per Strassoldo non ci sarebbe stato perdono politico. (d.pe.)
Simpri sul Mv di vuê 20/10/2007
Tempi lunghi per il finale
Molti gli scenari possibili e complesse le procedure
UDINE. La crisi che attanaglia palazzo Belgrado è destinata a non concludersi tanto rapidamente. Regolamento alla mano, al momento ci sono solo due appuntamenti certi: giovedí 25 e lunedì 29. Vista la richiesta di convocazione del consiglio depositata dal centro-sinistra, giovedí prossimo i capigruppo di maggioranza e minoranza dovranno riunirsi e, da regolamento, avranno solo il compito di prendere atto della richiesta del centro-sinistra. Superato questo passaggio, il 29 andrà in scena il prossimo consiglio provinciale che avrà come unico punto all’ordine del giorno la discussione sulla situazione politica della Provincia, senza alcun documento o alcuna delibera da votare. Nell’attesa che questi due appuntamenti si consumino, però, altri due restano gli scenari più probabili. Il primo prevede la presentazione di una mozione di sfiducia che, però, dev'essere accompagnata dalle firme di 2/5 dei consiglieri che significa 12 rappresentanti provinciali. Questo è il motivo per cui la mozione già presentata dal centro-sinistra, che conta 11 consiglieri, non è sufficiente a far convocare un consiglio. Dopo la presentazione del formale documento che manderebbe a casa Marzio Strassoldo, il presidente del consiglio potrà convocare un'assemblea non prima di 10 giorni e al massimo dopo 30. La seconda ipotesi invece è che Strassoldo ripresenti le proprie dimissioni. In questo secondo caso dovrebbero comunque trascorrere altri 20 giorni affinché le dimissioni diventino effettive. Se in questo lasso di tempo Strassoldo decidesse di non compiere altri gesti arrivando alla naturale scadenza di legge, al 21° giorno la Provincia sarebbe affidata alla guida del vicepresidente Paride Cragnelutti. In questo intricato quadro, dunque, è presumibile che l'agonia della Provincia prosegua per almeno altre due settimane.
Anna Buttazzoni
Ce grant furlan!
E ce grande classe pulitiche che no a incjemo risolt lis cuistions di cinc agns fa.
Pe to domande, beh al plasaress a ducj savè ce che al pense Snaidar no?
Si po crodi che nol vara cheste gran gole di impegnasi in ta chest gjalinàr.
Viot dome el rinvio de inaugurazion di "liberaidea".
Che poi no capis parceche un comitat pre-elettoral par cjatasi su programs (???) ideis (???) e noms (!!!!!) al a di fasi clama scientifico. Ce ajal di sientific un organism pulitic ?
Al e vonde sintomatic e indicatif che i timps e impedissin ancje di clama lis robis cul lor nom.
Forsit al sta pensant ce che o stoi pensant jo in chest moment:
che par come che van lis robis al e mior sta cul mal che si a e torna a vota Illy.
(cheste volte el superego soj jo)
Jo le buti li: Edi Snaidero forsit forsit nol acete... se no altri, come che al à dit ancje thermo, cumò al à une scuse in plui par no acetâ. Pe serie: cui mal fasial fâ di pierdi la muse?
E par dî la veretât, il concet di fonde al è simpri chel: plui il timp al passe, plui al deventarà dificil cjatâ un non, cualsisedi non.
Mmmm, par me tu sas za alc... dificil che tu le butis li...ma dopo o pensi che tu ses el solit disinformat, che nissun ti conte maj nuje... no! no! e je dome une sensazion! mi sbagli!
Fasin cussi, mi candidi jo!!
Eh sì thermo, cheste volte e je propit cussì: di chest no ai fevelât cun nissun, e je dome une piçule prevision leade a une analisi. Ma aio vude dome jo la impression o di cheste candidature di Snaidero e je cuasit la pôre di fevelânt chi a Maian? Dopo dut, e sarès la prime volte che il candidât pes cjarie di president de regjon al ven di chi. Pal passât o vin vût Tite Metus in regjon, ma al jere conseîr e no predident de regjon. Cumò che o vin cheste pussibilitât, jo mi spietavi plui entusiasism e invezit dut cidin... boh. Come che mi à dit cualchidun, forsit o soi masse idealist. Però se tu ti candidis, vise che o fasìn il thermo-bancuteletorâl al marcjât! ;-)
Bon alore o stoj!
Tu tu mi pois: tu ses stat elet par merit me...!
Tondo mi sosten: mi a svantat parfin in parlament!
Me fie che altre di, t'un bar di Majan e a fat amicizie cul frut di Ferruccio Saro.
Furlan o cjacari, a Triest o ai stat une o dos voltis.
Ce isal di firma????? :-)))
No sai ce che al è di firmâ, dal sigûr no stâ a firmâ contrats cun Italo Tavoschi, che se no dopo tu vâs a finîle mâl...
E alore no sin fas nuje, o volevi la a triest cule coriere di Tavosc...:-)
Ma tornant a robis seris:
o ai let cheste e
leint "Ma perchè costituire un tipo di istituzione (le fondazion Sientifiche n.d.Thermo) che l’opinione pubblica identifica normalmente con un’attività disinteressata al favore della collettività per fare qualcosa che, invece, un interesse ce l’ha, ed è pure di bottega?
O ai dite, vutu viodi che Tosoni la pense come me sul sientifico?
E alore no soi cussi mone?
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