01 ottobre 2008

Parcè ducj si sintino autorizâts a doprâ il non di pre Toni?

No sai se al è l'aiar incuinât o il gambiament di stagjon o pal sempliç motîf che al è simpri cui che al sa une pagjine plui dal libri, ma ancje vuê sul Messaggero e je une letare che e fevele di pre Toni e che e atache Glesie Furlane. Jo no soi un teolic ma mi somee che, pal pôc che lu ai cognossût, pre Toni al jere propit "predi predi" e no pensi che un come lui al fos cuintri dal batisim (pratica? ma no isal un sacrament? altri che "pratica"!).
No cognòs ni il pelegjanesim ni l'autôr de letare, ma di ce che o lei mi à fat avonde ridi e rabie tal stes timp...
Us e met tal prin coment la letare in cuistion.

2 commenti:

Christian Romanini ha detto...

MERCOLEDÌ, 01 OTTOBRE 2008

Pagina 19 - Udine

CHIESA FRIULANA

Don Bellina e il pelagianesimo

In una recente lettera, a proposito di movimenti autonomistici storici e attuali del Friuli, sono stati citati esponenti politici legati alla "chiesa immanentista e sociologica del post concilio". Così è stata chiamata. Non c'è dubbio che nel dopoguerra buona parte del clero locale ha dato sostegno a un progetto di autonomia della Piccola Patria. Tanti religiosi che si sono distinti in questa rivendicazione hanno fatto e, tuttora, fanno parte di "Glesie furlane". Questa denominazione, però, se delinea un marcato impegno di natura sociale e un uso della parlata locale nella liturgia, non chiarisce l'aspetto dottrinale del gruppo. Il richiamo ai 140 anni del Patriarcato, all'estensione e alla funzione della diocesi metropolitana, alla liturgia e alla lingua aquileiese non è sufficientemente qualificante per una differenziazione dalla cattolicità romana. Don Antonio Bellina, aderente al gruppo, persona erudita e rappresentativa per largo consenso tra molti fedeli, aveva manifestato invece, anche attraverso la televisione, un suo preciso pensiero etico-teologico: il riferimento alla dottrina del pelagianismo.
Pelagio, monaco britannico vissuto fra IV e V secolo, fra le altre cose sosteneva che, essendo la moralità legata al libero arbitrio di cui ogni uomo è dotato, il peccato risiedeva nei singoli atti personali e non poteva essere ereditario. Con i seguaci, che erano numerosi, combatté la pratica del battesimo. La sua dottrina ebbe influsso in tutto l'Occidente cristiano, in Asia Minore e in Africa e si presentava come un movimento di restaurazione morale e di giustizia. Pelagio, condannato dal concilio di Cartagine (418), si ritirò presso la comunità dei fedeli di Alessandria d'Egitto, dove chiuse la sua esistenza. A questa chiesa, per certi versi, si ispirano tuttora i religiosi di "Glesie furlane" che sul pensiero di don Antonio Bellina, però, hanno probabilmente una condivisione incerta.
Gian Ippolito Sedran
Udine

p.v. ha detto...

"Parcè ducj si sintino autorizâts a doprâ il non di pre Toni?"

Puoi sempre metterci il copoyright di Glesie Furlane sul nome di pre Toni