Jo lu ai simpri dit di jessi contrari: 3 agns indaûr o vevi ancje proponût une mozion in consei comunâl cuintri des cassis di espansion, ma nissun al à volût votâle (par pôre? di ce?) e o soi inmò in spiete di une convocazion dal consei dulà che "si à di invidâ il sindic di Ruvigne e di Tisane par che nus spieghin ben la cuistion" (peraulis dal nestri sindic). Vuê sul gjornâl al è un articul che al anuncie che il cussì clamât "Piano stralcio", che al previodeve lis cassis di espansion, nol sarès plui valit. (tal sît di "insiemeperiltagliamento" o cjatais tante documentazion in mert)
Se la robe e fos conservade, e sarès une biele vitorie! Tiliment libar!
NO A LIS CASSIS DI ESPANSION SUL TILIMENT!
Fevelìn di autonomie pluio mancul diferenziade
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In Italie si torne a fevelâ di autonomie. Magari par dâi cuintri, ma si
torne a discuti. La Lega cu la propueste di leç su la autonomie
diferenziade e torn...
6 giorni fa
8 commenti:
sul MV
SABATO, 04 OTTOBRE 2008
Pagina 15 - Udine
Latisana. La svolta dopo anni di polemiche e contrapposizioni. I legali della giunta: inappellabile la sentenza del tribunale delle acque. Lenna: attendiamo anche il Tar
Il popolo “anti-casse” esulta: una vittoria di tutti
Il piano stralcio non è più valido, la Regione pensa a una alternativa per la sicurezza della Bassa
LATISANA. Il piano stralcio per la messa in sicurezza del Tagliamento non è più valido, e anche il progetto delle casse di espansione potrebbe essere dichiarato senza valore. La notizia emersa nel consiglio comunale di giovedì a Latisana ha scatenato il popolo “anti-casse”, provocando reazioni di soddisfazione nella zona collinare.
Di tutt’altro tenore, invece, le posizioni che si registrano a Latisana, dove il tema della sicurezza del fiume è dibattuto da trent’anni. La città della Bassa ha già messo le mani avanti, cercando una valida alternativa al progetto-casse.
L’assessore regionale all’ambiente spiega che «se fosse confermata anche dal Tar la sentenza del magistrato alle acque – dice l’assessore Lenna – non solo il progetto delle casse non avrà valore, ma bisognerà pensare a un nuovo piano stralcio con i tempi e le difficoltà che potrebbero conseguirne. Aspettiamo – aggiunge Lenna – la sentenza del Tar sul ricorso presentato da comuni e associazioni. Quello che per ora sappiamo, dall’avvocatura regionale, è che il Tribunale superiore delle acque ha ritenuto nullo il piano stralcio e che la sentenza non è appellabile. C’è però una parte della sentenza, che si riferisce agli atti conseguenti e, quindi, anche al progetto delle casse, che non è di chiara interpretazione. Vedremo se il Tar confermerà il parere dell’avvocatura della Regione». E nell’area dove le casse di espansione avrebbero dovuto sorgere già si parla di vittoria. Dice Paolo Menis, ex sindaco di San Daniele e attuale consigliere regionale del Pd: «Solo la fortissima convinzione di stare dalla parte della ragione ha fatto sì che la “resistenza” a quattro governi regionali di colori diversi (giunta Cecotti, giunta Antonione, giunta Tondo, giunta Illy) avesse questo esito positivo» commenta. «È il buon senso della gente e la lontananza dagli interessi particolari e dalle lobbies di settore, che hanno aiutato i rappresentanti politici, i sindaci, i comitati, le associazioni ambientaliste e i cittadini di questo territorio a raggiungere il comune obiettivo. E’ una vittoria di tutti». Il consigliere ha però un rammarico: «Se la mia parte politica, qualche volta, mi avesse ascoltato negli ultimi cinque anni, sulle casse d’espansione come su tante altre questioni ambientali, forse anche le elezioni avrebbero un avuto esito diverso». L’idea di abbandonare il progetto delle casse di espansione è accolta con gioia dai Comuni rivieraschi. Ma ripartire da zero non può far dimenticare che per dieci anni molti terreni agricoli sono stati vincolati alle casse. «Se la decisione della giunta sarà quella di accantonare il progetto delle casse di espansione – afferma Renzo Francesconi, primo cittadino di Spilimbergo – non può che renderci felici. Però, come ho già avuto modo di dire all’assessore Lenna, questi dieci anni non potranno essere dimenticati. Non dagli agricoltori che si sono visti vincolare i terreni e che hanno subito un danno non indifferente». Da qui la proposta dell’amministratore di trovare un modo per indennizzare gli agricoltori. «Una soluzione – propone Francesconi – potrebbe essere quella di destinare agli agricoltori una quota dei soldi provenienti dalle escavazione che saranno fatte».
E chi un tic di rassegne stampe relative a la mozion cuintri des cassis che o vevi presentât in consei comunâl tal 2005: dopo 3 agns forsit si pues dî forsit che no cjapant posizion il consei comunâl in chê volte al à pierdude une ocasion.
da Il Gazzettino del Martedì, 22 Novembre 2005
MAJANO - Rotatoria sulla 463, interrogazione in consiglio comunale
La sicurezza del traffico sulla statale 463 Gemona - Codroipo, in corrispondenza del tratto che interessa il Comune di Maiano, rimbalzerà di nuovo alla prossima seduta del Consiglio comunale, già fissata per venerdi, 25 novembre. Sull'argomento quanto mai attuale per il fatto che la Giunta regionale ha appena deliberato un contributo di 140 mila euro (suddivisi in venti rateizzazioni annuali di 10.220 euro) per dare soluzione, almeno parziale, al grave problema relativo alla congestione veicolare in corrispondenza dell'incrocio della stessa statale 463 con viale Rino Snaidero, il consigliere di maggioranza nonchè ex assessore alle politiche giovanili, Christian Romanini, ha presentato un'interrogazione sulla scorta delle numerose preoccupazioni suscitate dalla realizzazione di una rotatoria che comporterebbe pure l'abbattimento di un'abitazione. L'apposita assemblea pubblica svoltasi il 9 settembre al centro sociale di Tiveriacco, aveva ampiamente bocciato questa soluzione, sia perchè l'area dell'incrocio è insufficente per una rotatoria, sia per il fatto che la stessa comporterebbe, come accennato, la demolizione di un fabbricato di civile abitazione. Alla luce di tutto ciò, l'interrogante si chiede perciò se e quando il Consiglio comunale verrà coinvolto per discutere la problematica, come pure il relativo accordo di programma suggerito dalla Regione, nonchè per verificare strade alternative ad una soluzione ritenuta "non percorribile" . "Sono contrario all'abbatimento di una casa - spiega l'ex assessore Romanini - così come sono scettico a realizzare una rotatoria in quel sito e con quelle caratteristiche. Sono convinto che rischia di creare molti più problemi di quanti si pensa ne possa risolvere. Il medesimo consigliere di Forza Italia ha poi presentato una mozione contro le casse di espansione , sulla scorst dei risultati dello studio della olandese Delft Hydraulix, presentati mercoledi scorso a San Daniele. "Ha dimostrato non solo che le casse non servono e che i problemi della sicurezza vanno risolti nel basso corso del Tagliamento - afferma Romanini - ma pure che lo scempio che si vuole realizzare fra i ponti di Pinzano e Dignano è inutile e devastante. Come spero che il Consiglio comunale di Maiano per questa mozione sappia accantonare gli schieramenti, spero altresì che la regione prenda seriamente in considerazione questo studio e fermi il suo progetto".
I. M.
dal MV dai 7-12-2005
Majano: casse, Romanini critica la maggioranza
MAJANO. «Dopo anni in cui si sta parlando del problema, dopo le molte prese di posizione contro la realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento già espresse da molti enti locali, dopo che migliaia di cittadini (quasi 20 mila) hanno firmato una petizione contro questo scempio ambientale, dopo che illustri studiosi (Università di Bologna e Delft Hydraulics olandese) hanno dimostrato anche recentemente l'inutilità delle casse, il consiglio comunale di Majano ha ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per decidere e votare la mozione da me proposta. Rinviandola, il Comune ha deciso di non decidere».Con queste parole il consigliere di maggioranza Christian Romanini esprime il suo rammarico per essersi visto rinviare la proposta di prendere una posizione in merito alle casse di espansione. «Ho dovuto insistere per potere esporre la mia relazione- dichiara Romanini non nascondendo la sua amarezza-. Avevo preparato una serie di supporti videoinformatici per poter permettere al consiglio di valutare gli elementi ma purtroppo non mi è stato concesso l'utilizzo dell'attrezzatura necessaria perché avevano già deciso di non affrontare il problema».(r.s.)
e chi un articulut che a sintetize i risultât dal studi idraulic olandês
sul MV dai 30 di Novembar dal 2005
«Casse? Meglio pulire il fiume»
SPILIMBERGO. La Delft Hydraulics ha presentato il 16 novembre i risultati della ricerca che i comuni di San Daniele, Dignano, Ragogna, Pinzano e Spilimbergo avevano affidato alla società olandese, specializzata in studi idraulici sulle acque continentali, marine, costiere e off-shore. Un istituto che dispone di uno staff tecnico-scientifico specializzato in ingegneria, ecologia e informatica, costituito da 315 persone.Il sindaco di Spilimbergo, Arturo Soresi, ha precisato ai consiglieri i punti significativi dello studio, commissionato alla ditta olandese per «verificare se la portata di progetto prevista dal Piano stralcio per la progettazione delle casse è in grado di passare per Latisana senza causare una tracimazione dell’argine, ciò in assenza delle casse di espansione». Il sindaco ha puntualizzato i dati dello studio del professor Todini dell’Università di Bologna, da cui risulta che la quota massima del pelo libero, a Latisana, durante un evento di massima piena, rimane sotto la quota dell’argine maestro. Ovviamente le cose più attese dello studio della Delft sono le conlusioni dei lavori di rimodellazione matematica del Tagliamento, tra Pinzano e la sua foce.«L’onda di piena di progetto del Piano stralcio – si afferma nella relazione – è in grado di passare per Latisana con un massimo livello di metri 10,85, con una scabrezza idraulica pari a 0,035 e in assenza delle casse di espansione, solo se si verificano le condizioni poste dallo studio». In pratica, «l’onda di piena è in grado di passare a Latisana purchè il canale scolmatore Cavrato funzioni in condizioni di progetto, sottraendo 2500 metri cubi al secondo al passaggio dell’onda di piena del Tagliamento e se l’alveo del Tagliamento esibisce un valore di scabrezza dovuto a buona manutenzione dell’alveo (allo stato presente l’alveo a Latisana esibisce valori della scabrezza idraulica elevati).Inoltre l’alveo sul basso Tagliamento deve essere sottoposto a lavori di manutenzione, con rimozione di parte della vegetazione. Un buon funzionamento del canale scolmatore e una buona manutenzione dell’alveo contribuiscono sufficientemente alla messa in sicurezza di Latisana. Il ponte ferroviario deve essere sollevato e l’incisione nel muro di protezione sull’argine deve essere chiusa. La situazione presente è insostenibile durante un evento di massima».Altro nodo è costituito dalla «situazione degli argini a valle di Latisana, che allo stato attuale consente il deflusso di 1500 metri al secondo scarsi. Un punto dove gli interventi di calibratura idraulica sono indispensabili, indipendentemente dalla messa in sicurezza di Latisana e della presenza delle casse di espansione nel greto». Quindi « se vengono effettuati gli interventi di calibratura ( portata di 1900 metri cubi al secondo sul basso Tagliamento, funzionamento del Cavrato a 2500 metri cubi al secondo, sollevamento ponte della ferrovia) la portata di evento estremo transita anche in assenza delle casse di espansione». (m.ma.)
simpri sul MV 18/11/2005
«Tagliamento, meglio sfoltire la vegetazione»
SAN DANIELE. «Le casse di espansione che la Regione vuol realizzare sul Tagliamento sono inutili: non risolvono il problema delle esondazioni del fiume in caso di piena e anche senza le casse Latisana può stare tranquilla poiché la soluzione va cercata a valle, nell’area del Cavrato, unica area che si troverebbe in pericolo se si verificasse un evento di massima piena che, statisticamente, si ripete ogni 100 anni».L’ha detto ad una folta platea di politici, tecnici, rappresentanti d’associazioni e cittadini nel Museo del territiorio, l’ingegner Paolo Reggiani illustrando i risultati dello "Studio matematico del modello di laminazione del medio corso del Tagliamento" che, come precisato dai sindaci Pascolini di San Daniele e Soresi di Spilimbergo, è stato commissionato alla società olandese "Delft Hydraulics" dai Comuni di Spilimbergo, San Daniele, Pinzano, Ragogna e Dignano, dal Consorzio del prosciutto, dal Distretto industriale dell’alimentare, dalle province di Udine e Pordenone e dalla Comunità Collinare. Lo studio fatto simulando un’onda di piena s’è basato sul modello matematico uni-dimensionale Sobek partendo dai dati usati dai professionisti della Regione.«Nel Piano Stralcio - ha detto Reggiani - si calcola un picco di portata a Pinzano di 4600 mc/s e si vede nelle casse la soluzione per abbassarlo a 4000 mc/s ma per farlo queste dovrebbero avere un volume d’invaso di 22 milioni di mc. La portata massima che giunge a Latisana è inferiore, 3800 mc/s, per gli effetti di laminazione naturale. Il nostro studio è cominciato con dei sopralluoghi a settembre da Pinzano fino al mare (la Regione invece s’è limitata ad applicare il suo modello nella zona in cui fare le casse), abbiamo usato rilievi topografici e per mettere in moto il nostro modello siamo andati, come nel Piano Stralcio, alle pessime condizioni verificatesi nel ’66. Le nostre simulazioni si sono basate sull’ipotesi che non vi sia collasso di argini e su scabrezze idrauliche pari a 0,035, sovrastimate proprio per non sottovalutare l’evento. I risultati dimostrano che nulla succede a Latisana, ma che si hanno problemi nel canale scolmatore Cavrato che esonda nella zona circostante, in gran parte agricola. Le casse non risolvono il problema: i punti critici sono il ponte ferroviario con impalcato basso e la folta vegetazione arbustiva in alveo che aumenta la scabrezza. Già togliendo la vegetazione si riduce di 20 cm il livello d’acqua e alzando a 12 metri il ponte che ora è a 10,65 l’acqua passa sotto: l’onda di piena porta a Latisana una quota massima di 10 metri».Dallo studio risulta che sfoltire subito le piante, alzare il ponte (lavoro di sei mesi) e mettere in sesto tutta la parte a valle sarebbe sufficiente per evitare le esondazioni e richiederebbe meno tempo e denaro di quanto richiederebbero le casse. Utile anche sfruttare la potenzialità dei meandri lungo il fiume, casse di espansione naturali.
Raffaella Sialino
Mandi: ai viodût ilFurlanist Cris, ma cuanche a si tache a di dopo 4 meis ... e dopo encjemò un mês ... e dopo me mari no mi lasse ... :-) Chiamiamoli i "tempi lunghi del giovane Dree" . Dai sperin ben. Mandi
Ohu, ma ce sêso daûr a imbastî une polemiche su ilFurlanist?
Ce robis...
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