O ai a pene ricevût une biele sorprese di bande dal gno amì Diegu Corraine (te foto) di Nùgoro, Sardegne.
Si trate dal numar di Sardigna Cristiana, une riviste che e fevele di promozion de lenghe sarde te liturgjie. Mi à domandât un servizi su Glesie Furlane par fâ cognossi in Sardegne la esperience di pre Toni e di dut il grup di predis che di passe trente agns a puartin indevant la bataie par fâ jentrâ cun dignitât plene la lenghe furlane te Glesie.
FRACAIT CHI PAR VÊ il PDF de riviste.
E par chei che mi disin che o soi antitalian, o dimostri che no je vere che o soi cuintri de lenghe taliane: tal prin coment us met la version che i ai mandât... o vin doprât il talian come lenghe di lavôr, stant che jo no soi (inmò) bon di scrivi par sart.
O ringrazii pre Romano, che come simpri, mi è stât dongje par tirâ fûr lis informazions che mi coventavin e ancje Diegu par vêmi dade la oportunitât di fâ scrivi su la sô riviste.
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3 commenti:
Prus de 30 annos de ideas e de traballu de Glesie Furlane
“Glesie Furlane” è un'associazione di cristiani e friulani che cercano di andare a fondo nelle loro radici culturali e religiose, per poter conciliare in maniera armonica la propria fede con la propria identità culturale, in un percorso di “inculturazione della fede” o di “vangelizzazione della cultura”.
Nata negli anni Settanta sulla spinta del Concilio Vaticano II (1962-1965), dai primi passi della Teologia della liberazione e nel contesto politico culturale della coscienza autonomistica friulana, ha come figura carismatica iniziale il prof. don Francesco Placereani (1920-1986) profondo conoscitore della teologia e della storia nel popolo friulano, nonché grande oratore e cofondatore del Movimento Friuli, il partito autonomista friulano nato nel 1966.
Pochi anni dopo il Concilio era sorta la necessità di conoscere meglio la storia e la vita del popolo friulano affinché la chiesa fosse più radicata, affinché il Vangelo e la fede avessero il sapore del Friuli, affinché la lingua friulana, il canto della tradizione friulana, la vita dei friulani entrassero a pieno diritto nella liturgia.
L'obiettivo dell'Associazione è quella di conoscere, studiare, promuovere, valorizzare con ricerche, pubblicazioni, incontri e tutto ciò che riguarda la dimensione religiosa nella cultura friulana studiando sia le fonti storiche sia la realtà contemporanea.
La storia recente di “Glesie Furlane” ha visto come indiscussa figura carismatica del movimento don Antonio Bellina scomparso prematuramente all'età di 66 anni il 23 aprile 2007, maestro, giornalista e autore della traduzione della Bibbia in lingua friulana. Nonostante la grave perdita subita, l'associazione continua il suo cammino per trasmettere anche all'interno della gerarchia ecclesiastica l'orgoglio e la dignità della lingua friulana attraverso lo studio delle fonti, gli approfondimenti, della traduzione dei testi biblici e della valorizzazione del patrimonio musicale.
Sito internet www.glesiefurlane.org
DAE SU 1967, UNU MOVIMENTU DE 529 PREÌDEROS
Attualmente l'associazione è presieduta dal geom. Giovanni Pietro Biasatti, coaudiuvato dal vicepresidente mons. Roberto Bertossi, titolare della Duomo di Venzone, e dal segretario don Antonio Cappellari, titolare della Parrocchia di Ragogna.
I momenti più importanti sono l'assemblea del clero (1975), dei Cristiani (1977) e gli anni della ricostruzione dopo il terremoto del 1976. Il gruppo di “Glesie Furlane” ha prodotto la traduzione della Bibbia (1997), il Lezionario (2001) e ultimamente è in attesa dell'approvazione del Messale Romano, già tradotto in lingua friulana e ancora bloccato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Al suo attivo troviamo una produzione letteraria qualificata, oltre che molti e puntuali documenti e interventi. Da venti anni organizza a Venzone corsi di studio e approfondimento a scadenza settimanale.
Si ricorda un episodio fondamentale: il 28 agosto del 1974 mons. Battisti, arcivescovo di Udine e mons. Pizzoni ausiliario e titolare della pieve di San Pietro di Zuglio invitano tutti i preti della Carnia a celebrare una Messa presso la pieve madre di San Pietro. Un gruppo di preti chiedono di celebrare la Messa in lingua friulana. I vescovi non accettano. Dieci preti firmano un documento che lasciano sull'altare prima della celebrazione e escono dalla chiesa. Inizia così la lunga marcia di Glesie Furlane.
Sa Bìblia, su Letzionàriu e su Missale
Negli anni Settanta all'indomani del Concilio Vaticano II nasce l'idea della traduzione della Bibbia e del Messale, non in seno alla Chiesa, ma al di fuori dell'istituzione, un po' in clandestinità, senza aiuti né morali, né legali, né economici.
Dopo le iniziali traduzioni, negli anni Ottanta prende corpo un lavoro sistematico che vedrà come protagonisti don Francesco Placereani e don Antonio Bellina, che in accordo con un editore privato danno vita al meraviglioso progetto della traduzione in otto volumi con oltre 1500 illustrazioni tratte dall'iconografia friulana: il primo esce nel 1984 e l'ultimo nel 1993. Nel frattempo nel 1986 muore pre Checo e l'onere rimane sulle spalle di don Antonio Bellina che coinvolge Glesie Furlane nella delicata fase di controllo e correzione dei testi. Solo nel 1995 la diocesi chiede l'intervento per la produzione di un volume unico che verrà stampato nel 1997 ottenendo l'approvazione della Cei.
Ottenuto questo storico traguardo sia religioso che culturale, il secondo passo fu la traduzione del Lezionario che non contiene altro che testi della Bibbia organizzati secondo le necessità della celebrazione della Messa domenicale e festiva. Ma il percorso fu alquanto tortuoso poiché la congregazione per il culto bloccò il testo fino all'approvazione della legge 482/99, preferendo salvare la diplomazia piuttosto che seguire la strada della verità e autorizzare una lingua liturgica fino ad allora non riconosciuta dallo stato italiano.
Stesso vergognoso ritardo si riscontra anche al giorno d'oggi a proposito della traduzione del Messale Romano: la terza editio typica in lingua friulana è stata ultimata nel 2006 e consegnata alla Conferenza episcopale italiana. Da allora l'iter è bloccato poiché questa traduzione non può precedere quella italiana, non ancora ultimata: un atto dispotico e un'offesa gravissima nei confronti del popolo friulano negato di un suo diritto solo per un “italico” ritardo.
Le stesse diocesi friulane di Udine, Gorizia e Pordenone non sono prive delle loro responsabilità in quanto sarebbe sufficiente l'autorizzazione dei vescovi locali per poter donare al popolo friulano il Messale Romano nella loro lingua.
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