Îr di sere in cjistiel a Udin o ai viodût un dai plui biei concierts de mê vite: I Chieftains, grup mitic de Irlande a àn dât pardabon spetacul (cjalait il sît uficiâl). Prin di lôr La Sedon Salvadie, altre storiche formazion de musiche folk de nestre tiere. Dut dentri dal calendari di Folkest 2008.
Pardabon une robe di viodi!
Massime se in buine compagnie!
Chi sot une piçule cerce...
ma ancje:
chi
chi
chi
e chi
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7 commenti:
Casualmentri...:-)
Simone
www.freedom-land.it
Eh si ti covente ancje le sedon salvadie,
Che tu ses za un piron cence freno
:-)!
hahahahahahahah!!!!!! =)
Eh sì simone: casualmentri... :P
thermo: ahahahahahahahha
mandi Ninine, ce isal di ridi? eheheh :P
sul MV
DOMENICA, 13 LUGLIO 2008
Pagina 9 - Cultura e spettacoli
Dopo Paddy Moloney & band, il cartellone di Folkest stasera ci propone il concerto di Hevia a Trieste
Chieftains, batte il cuore d’Irlanda
Millecinquecento persone a Udine per il leggendario gruppo
Batte il cuore d’Irlanda. Batte il cuore dei Chieftains, quell’Irish heartbeat che da più di 40 anni affascina il mondo non come un monumento da onorare con gratitudine per le straordinarie pagine di storia che ha scritto, bensì come un familiare, simpatico e travolgente luogo d’incontro – di connection – fra culture popolari e genialità musicali. Un cuore, tanti cuori: l’altra sera a Udine palpitavano anche altri millecinquecento cuori irlandesi, quelli di un pubblico che ha voluto ancora una volta farsi affascinare dall’highlander del folk Paddy Moloney e da un gruppo che ha saputo aprire un’epoca e generare tanti figli in tutto il mondo. In un clima di autentica festa, c’erano fans dai tempi di Barry Lyndon, che folgorò molti di noi sulla via di... Dublino. Ma c’erano anche giovani richiamati dalla curiosità di incontrare il gruppo irlandese per antonomasia e per ammirare i danzatori, ai quali unirsi – com’è puntualmente accaduto – per un finale che più corale non si può. Sì, corale, perché è questo il senso della musica irlandese, questo è il senso della musica popolare di ogni dove: unire.
Unione è stata fin dall’inizio, con il set della Sedon Salvadie, gruppo seminale del folk revival friulano che proprio con i Chieftains ha registrato quella memorabile friulan-celtic connection che impreziosisce lo splendido album Il cîl da l’Irlande e che abbiamo riassaporato in questa serata-evento. Sedon e Chieftains hanno infatti dialogato nella seconda parte e in un festoso finale ricco di improvvisazioni – come nel capolavoro Mi/La – dove Resia incontra Dublino, e le reels abbracciano Aghe aghe o Done Mari o le filastrocche par furlan che tutti conosciamo fin dalla nascita.
È la Sedon a dare il benvenuto ai Maestri e al popolo del folk con Andrea Del Favero alla diatonica e al bodhran, Giulio Venier e Dario Marusic ai violini, Marisa Scuntaro alla voce, Michele Pucci alla chitarra e Luciano Marangone al basso elettrico. Un percorso che dalla montagna ci porta fin giù all’Istria, che da Venzone scende nel cuore della storia friulana. Un viaggio alle radici della nostra cultura che fa della Sedon un unicum nel panorama friulano, protagonista di un coraggioso percorso che ha tutta la stima, anche dopo il concerto, dei maestri venuti dall’Irlanda.
Si accende subito la magia. Paddy (uillean pipes, tin whistle e... capocomico), Sean Keane (super-violino) e Kevin Conneff (voce e bodhran) sono i veterani dei Chieftains (il flautista Matt Molloy non c’è perché si è infortunato a una mano). Li affiancano i più giovani Triona Marshall (che ha preso il posto all’arpa e alle tastiere del compianto Derek Bell), il talentuosissimo fiddler irlando-canadese John Pilatzke, un vulcano artistico che sa unirsi con eccellenti risultati ai due danzerini: suo fratello Nathan e l’irlandese di New York Cara Butler. Completano il cast il chitarrista dei Birkin Tree Daniele Caronna e alle cornamuse un irlandesissimo.... Franco.
Il repertorio è quello collaudato, con spazi solistici ben definiti (la ballata d’emigrazione di Kevin, il solo memorabile di Sean, l’omaggio di Triona all’O’Carolan di Farewell to music), l’iniziale Brian Boru’s march, tante reels, contaminazioni tra Cuba e pop (un lampo di Satisfaction!), classicissimi come Morning dew, Shady grove e Cotoon reel, fino a Rocky road to Dublin (incisa con gli Stones) e poi la mai sopita voglia di giocare, di scherzare, fra musicisti e con il pubblico, che alla fine abbraccia i Chieftains in un girotondo danzante su e giù dal palco. Irish heartbeat, un unico grande cuore che ha pulsato festoso in castello a Udine grazie a Folkest e ai suoi amici-maestri.
Ma si continua fino al 27. Stasera, in piazza Unità a Trieste c’è Hevia, la star asturiana della gaita.
Nicola Cossar
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