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5 commenti:
un tic "fur argomet" ma il to invit a lei su cjarte al e valit.
Lei achi o chi
A proposit di "tramai dal stat talian" o leievi dal:
Gazetin di vue 18.06.2008
Il presidente della Repubblica li riceverà nella sua prossima visita in regione
I friulanisti si affidano a Napolitano
Roma
Il tema delle minoranze linguistiche, insieme a quello della specialità del Friuli Venezia Giulia, è stato illustrato ieri a Roma da Arnaldo Baraccetti - rappresentante del Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli - nel corso di un incontro tecnico con l'Ufficio di segreteria del Quirinale.
«L'incontro - ha spiegato Baraccetti - fa seguito ad una lettera che abbiamo inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ancora lo scorso febbraio, chiedendo di poterlo incontrare nel corso della sua visita in regione per il centenario dei Cantieri di Monfalcone. Allora, le istanze di noi friulanisti non poterono entrare nel programma della visita presidenziale. Ora abbiamo avuto rassicurazioni che in occasione di una nuova, futura visita in regione di Napolitano, sarà accolta la proposta di un incontro con le rappresentanze friulane».
Sulla data della visita del Capo dello Stato non è stata fornita nessuna indicazione dal Quirinale. Tra gli argomenti che il Comitato per l'autonomia del Friuli intende portare direttamente all'attenzione del presidente della Repubblica, vi sono l'applicazione della legge 482 sulla tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche e della legge regionale 1 del 2006, in cui si prevede l'associazione delle Province friulane, oltre alla questione dell'unità della regione in un quadro di valorizzazione anche dell'identità del Friuli.
«A questi argomenti - ha precisato Baraccetti - ovviamente aggiungeremo anche il tema della specialità della Regione, dopo le dichiarazioni di questi giorni del ministro Renato Brunetta».
Sulla questione della legge sul friulano, che la Giunta regionale ha annunciato di voler «congelare» nell'applicazione almeno fino al pronunciamento della Corte costituzionale, presso cui il Governo l'ha impugnata, è intervenuto invece a Udine il presidente della Provincia, il leghista Piero Fontanini: «La questione dovrà dirimerla la Corte - ha osservato - ma il mio partito ha sempre difeso la legge sul friulano varata dalla precedente legislatura e io ancora la difendo».
Vatu ancje tu ?
O ti ise pasade le fiere furlaniste?
Mandi Thermo.
Purtrop no soi stât, ma mi sarès plasût ancje par viodi trop che il President de Republiche, che al varès di jessi il garant di ducj, al cognòs la nestre realtât.
Di Brunetta, le pensi come Saro che subit dopo des declarazions dal ministri venit, nol jere par nuie content. O pensi che tal ministri e vedi prevalût la voie di alçâ il polvar inmò une volte, ancje se in chest câs secont me al è stât un tic superficiâl, se e je vere ce che si à let sul gjornâl.
gazzettino 15/06
Anche secondo Gottardo il Friuli non perderà nulla, casomai le altre regioni acquisiranno competenze
Specialità, Saro smorza Brunetta
Il senatore Pdl: «Il ministro ama "provocare"». Ma Moretton insorge: «Parole sconcertanti»
Udine
Specialità del Friuli Venezia Giulia con i giorni contati? A sentire il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta , intervenuto venerdì a Pordenone, la domanda regge. Ad ascoltare i parlamentari regionali della sua stessa maggioranza, invece, è un'eventualità da escludere. «Brunetta ama spesso provocare», si spinge a dire il collega di partito del Pdl Ferruccio Saro , al massimo si tratterà di «ridefinirne le ragioni e rinegoziarle». Categorici, però, gli esponenti del Centrosinistra: «Dichiarazioni che destano sconcerto», protesta il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Moretton, e il parlamentare Ettore Rosato aggiunge: «Non passerà nessuna riforma che danneggi ciò che abbiamo conquistato».
A riportare alla ribalta la spada di Damocle, le affermazioni del ministro che, riferendosi al collegato sul federalismo che il Governo presenterà con la finanziaria di settembre, ha detto che sarà avviato un processo di perequazione in cinque anni, al termine dei quali le differenze di trasferimenti tra le regioni a statuto e speciale e quelle ordinarie saranno eliminate. Ad onor del vero, rivolgendosi ai friulani, Brunetta li ha invitati «a non avere paura di questa novità, avete sempre lavorato bene» e pur tuttavia non si è trattenuto dal dire «che adesso stiamo in Europa, non più al confine, e la specialità non ha più ragione d'essere». Se a ciò si aggiunge che in Parlamento giace la riscrittura dello Statuto del Friuli Venezia Giulia che sarà ripresa in mano in questa legislatura, la tensione potrebbe salire.
Saro butta acqua sul fuoco, perché Brunetta provoca «per dare uno scossone a una situazione sociale e istituzionale ingessata. La verità è - prosegue - che non ci sono e non ci saranno pericoli per la nostra regione». Per le compartecipazioni alle entrate fiscali, prosegue, «non è immaginabile ipotizzare una modifica, che è legata soltanto a una preliminare intesa fra Governo, Stato e Regione».
Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato forzista Isidoro Gottardo, che puntualizza: «Mai il ministro ha detto di togliere al Friuli Venezia Giulia la specialità, semplicemente ha parlato di una maggiore 'specialità' delle altre regioni, a seconda delle capacità di governo». Secondo Gottardo, quindi, «un programma totalmente condivisibile. I trasferimenti alla nostra regione sono comparati alle competenze, non c'è nulla di cui temere».
Entrambi i parlamentari del Pdl, però, agganciano l'attuale status regionale ad un quadro geopolitico che aveva come riferimento la cortina di ferro e dunque, a loro avviso, oggi si «tratta di ridefinirne le ragioni e rinegoziarle all'interno di un ruolo diverso e nuovo», che Saro specifica essere quello «della cooperazione internazionale con i paesi dell'Europa dell'Est e del Centro, oltre che quello funzionale al controllo-sorveglianza dei grandi fenomeni migratori».
Non appare preoccupato neppure il deputato leghista Fulvio Follegot, espressione del partito che ha fatto del federalismo la sua ragion d'essere. «Crediamo nella specialità perché è quella che ci ha permesso di crescere e di valorizzare la nostra cultura - afferma -. Per il Friuli Venezia Giulia non c'è pericolo, ma anche le altre regioni devono avere ulteriori competenze». A governare il processo, secondo Follegot, ci sarà «il principio di responsabilità. A fronte delle competenze, risorse conseguenti».
Ma dall'opposizione si tuona e il capogruppo Pd Moretton non esita ad esprimere «sconcerto per la superficialità con cui il ministro considera superata la specialità della regione perché sono venute meno le ragioni storico-politiche post guerra. Grande preoccupazione - aggiunge Moretton - anche per aver affermato che il federalismo giustifica l'automatica cancellazione della specialità». Al contrario, evidenzia Moretton, «specialità e autonomia sono quanto mai attuali e giustificate anche dalla nuova condizione geo-politica in cui si trova la nostra regione». Gli fa eco il deputato del Pd e già sottosegretario Ettore Rosato, che bypassa Brunetta e guarda al ministro Tremonti quando assicura: «Non ci sarà federalismo se non concordato con l'opposizione. Ebbene - sottolinea Rosato -, noi non lasceremo passare nulla che danneggi quanto abbiamo faticosamente conquistato. E' nel nostro interesse aiutare le altre regioni a crescere, ma mi auguro che il presidente Tondo difenda ciò che abbiamo, che è meno di quanto ci spetta».
Antonella Lanfrit
Par onor di cronache Brunetta al veve dit une robe simil ancje a Susans, (plui tal miec dai "siei"), cioe che il federalism nol fasara pierdi le specialitat, tal sens che el status al vignara gjavat, bensi che ches altris regjons, almancut dal pont di viste dai trasferiments e deventaran a lor volte identicamentri "special".
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