Vuê sul gjornâl a son 2 articui che a fevelin dal "ospizi dal cavalîrs di Sant Zuan di Jerusalem" e dal so racupar (te foto, la jentrade de gleseute che e je denant dal sît).
Chest progjet al è stât plui voltis argoment di discussion tra minorance e maiorance, sui gjornâi cun letaris di citadins e ancje su chest blog si à fevelât tant (cjalait chi, chi, chi e chi).
Al è clâr che la nestre comunitât e à tantis necessitâts e par cualchidun al sarès plui impuartant risolvi altris cuistions, ma secont me, stant che si à rivât a vierzi cheste strade pal finanziament dal recupar e la valorizazion di cheste struture, al è impuartant continuâ, puartant indevant un progjet che o pensi che al podedi tal avignî jessi sfrutât come atrazion turistiche no di pôc.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
16 commenti:
sul MV
SABATO, 10 MAGGIO 2008
Pagina 14 - Udine
Majano. Il progetto, che ha già ottenuto vari finanziamenti, prevede una sala convegni, un auditorium e una struttura per l’ospitalità a circa 30 persone
A San Tomaso sarà recuperato l’ostello medievale
Il complesso, risalente al tredicesimo secolo, era gestito dai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme
MAJANO. Aggirando l’antica chiesa di San Giovanni di Gerusalemme, a San Tomaso di Majano, si incappa in un vero e proprio gioiello dell’architettura medioevale. Si tratta dell’omonimo sito ospitaliero, più comunemente noto come “ospedale longobardo”, che dal tredicesimo secolo fin oltre la fine del 1500 diede accoglienza a viandanti e pellegrini di passaggio sulla rotta per Gerusalemme. Seriamente compromesso dal sisma del maggio 1976, oggi sta per essere restaurato e riqualificato.
Il progetto è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale e finanziato da ripetuti contributi regionali – l’ultimo dei quali pari a un milione di euro - a valere sulla legge 77/81. Una volta conclusi i lavori, che dovrebbero prendere il via entro l’anno in corso, il sito medioevale sarà quindi riportato all’antica funzione. Questo, almeno, il sogno divenuto progetto che ieri, durante un sopralluogo a San Tomaso, ci ha raccontato l’assessore alla cultura, Maria Teresa Garzitto: «L’idea è quella di riportare il sito alle sue funzioni d’origine – spiega – da un lato ci saranno un auditorium e una sala convegni, dall’altro un ostello con una trentina di posti letto». Giacigli di tutt’altra specie rispetto a quelli che 800 anni fa dovevano offrire, nello stesso luogo, i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Accanto alla casa del Priore, che corrisponde al corpo centrale del sito ed è anche la parte meno compromessa, si sviluppa a elle un secondo corpo, adibito in tempi recenti a stalla, ma che durante il medioevo doveva essere parte integrante dell’ostello. A completare il quadrilatero, infine, un alto muro merlato, anch’esso compromesso dal sisma, che in origine serviva da fortificazione al sito dove i viandanti potevano non solo chiedere ospitalità, ma anche asilo politico.
Nonostante la distruzione dovuta al tempo trascorso e alle scosse sismiche, il luogo trasuda ancora mistero e fascino. Superate le transenne che ne ostruiscono la vista, ci si trova davanti una facciata sulla quale si riconoscono archi di chiara matrice medioevale, mentre in terra ci sono ancora i segni degli scavi archeologici effettuati nel 2007. «Indagini che continueremo – spiega l’assessore Garzitto -, al fine di ricostruire la storia di questo luogo nel modo più dettagliato possibile». E chissà, magari scoprirne un’origine longobarda che già oggi in molti gli attribuiscono.
Il progetto definitivo-esecutivo per la riqualificazione del sito, redatto dallo studio dell’ingegner Marino Del Piccolo con la collaborazione dell’architetto Giuliano Buset, è stato recentemente approvato e in breve saranno appaltati i primi lavori per una spesa di circa 170 mila euro.
Maura Delle Case
sul MV
SABATO, 10 MAGGIO 2008
Pagina 14 - Udine
Nel 2004 la donazione al Comune
LA STORIA
MAJANO. La prima testimonianza del sito di San Giovanni di Gerusalemme a San Tomaso risale al 1199. Questa la data riportata sulla pergamena con cui Artuico di Varmo donò chiesa e campi ai cavalieri di San Giovanni per realizzarvi un sito ospitaliero che desse assistenza a pellegrini e viandanti secondo la regola benedettina. Dal 1200 fino alla fine del 1500 l’edificio realizzato nell’area funzionò come ospizio, mentre a partire dal 1600 venne mutato in edificio rurale e, di conseguenza, parte del corpo d’origine fu trasformato in stalla.
E’ in questa veste che lo si può vedere oggi, al di là della distruzione imposta sulle strutture dal sisma, anche se in molti dettagli architettonici, a partire dagli archi della facciata principale e dal muro merlato sul retro, si riscoprono l’origine medioevale e l’antica funzione di ostello. Vi sono poi varie tracce di epoche successive, in primis del Rinascimento, che si ritrovano in una serie di piccoli affreschi. Il sito ospitaliero, assieme alla chiesa e a una consistente fascia di terreno, é quindi arrivato fino alla soglia del terzo millennio senza interventi che ne abbiano compromessa l’integrità storica. Tutto ciò é stato possibile grazie all’ultimo proprietario del sito, il majanese Pietro Zoratti, che dopo il sisma decise di non intervenire sull’area per donarla, successivamente, al Comune (la chiesa é invece di proprietà della parrocchia). Il passaggio di consegne risale al 2004 e da allora l’amministrazione comunale ha avviato il progetto di riqualificazione del sito, redatto dallo studio Del Piccolo e realizzato sotto la supervisione della Soprintendenza ai beni architettonici. (m.d.c.)
Ma sul serio cualchidun nol è dacuardi???!!!???
:-O
In riferimento all'articolo sopra riportato ed a proposito della donazione che il Sig. Pietro Zoratti avrebbe fatto al Comune di Majano, tengo a precisare che in data 25.06.2004 l'Amministrazione Comunale di Majano ha acquistato gli immobili facenti parte del complesso denominato "ex ospedale S.Giovanni di Gerusalemme" nella frazione di S.Tomaso per un importo di € 75.722,00.
Ae muse dal regal!!!!
Compliments a Lieto pe velocitat (che mi a fumat el link) ;-)
in terra ci sono ancora i segni degli scavi archeologici eco ca el mosaic di acuilee
I vestiti nuovi dell'Imperatore
di Hans Christian Andersen
C'era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi: possedeva un vestito per ogni ora del giorno, e mentre di solito di un re si dice: "È nella sala del Consiglio", di lui si diceva soltanto: "È nel vestibolo".
Nella grande città che era la capitale del suo regno, c'era sempre da divertirsi: ogni giorno arrivavano forestieri, e una volta vennero anche due truffatori: essi dicevano di essere due tessitori e di saper tessere la stoffa più incredibile mai vista. Non solo i disegni e i colori erano meravigliosi, ma gli abiti prodotti con quella stoffa avevano un curioso potere: essi diventavano invisibili agli occhi degli uomini che non erano all'altezza della loro carica, o che erano semplicemente molto stupidi.
"Quelli sì che sarebbero degli abiti meravigliosi!", pensò l'imperatore: con quelli indosso, io potrei riconoscere gli incapaci che lavorano nel mio impero, e saprei distinguere gli stupidi dagli intelligenti! Devo avere subito quella stoffa!".
E pagò i due truffatori, affinché essi si mettessero al lavoro.
Quei due montarono due telai, finsero di cominciare il loro lavoro, ma non avevano nessuna stoffa da tessere. Chiesero senza tanti complimenti la seta più bella e l'oro più brillante, se li misero in borsa, e continuarono a così, coi telai vuoti, fino a tarda notte.
"Mi piacerebbe sapere a che punto stanno con la stoffa!", pensava intanto l'imperatore; ma a dire il vero si sentiva un po' nervoso al pensiero che una persona stupida, o incompetente, non avrebbe potuto vedere l'abito. Non che lui temesse per sé, figurarsi: tuttavia volle prima mandare qualcun altro a vedere come procedevano i lavori.
Nel frattempo tutti gli abitanti della città avevano saputo delle incredibili virtù di quella stoffa, e non vedevano l'ora di vedere quanto stupido o incompetente fosse il proprio vicino.
"Manderò dai tessitori il mio vecchio e fidato ministro", decise l'imperatore, "nessuno meglio di lui potrà vedere che aspetto ha quella stoffa, perché è intelligente e nessuno più di lui è all'altezza del proprio compito".
Così quel vecchio e fidato ministro si recò nella stanza dove i due tessitori stavano tessendo sui telai vuoti. "Santo cielo!", pensò, spalancando gli occhi, "Non vedo assolutamente niente!"
Ma non lo disse a voce alta.
I due tessitori gli chiesero di avvicinarsi, e gli domandarono se il disegno e i colori erano di suo gradimento, sempre indicando il telaio vuoto: il povero ministro continuava a fare tanto d'occhi, ma senza riuscire a vedere niente, anche perché non c'era proprio niente.
"Povero me", pensava intanto, "ma allora sono uno stupido? Non l'avrei mai detto! Ma è meglio che nessun altro lo sappia! O magari non sono degno della mia carica di ministro? No, in tutti casi non posso far sapere che non riesco a vedere la stoffa!"
"E allora, cosa ne dice", chiese uno dei tessitori.
"Belli, bellissimi!", disse il vecchio ministro, guardando da dietro gli occhiali. "Che disegni! Che colori! Mi piacciono moltissimo, e lo dirò all'imperatore."
"Ah, bene, ne siamo felici", risposero quei due, e quindi si misero a discutere sulla quantità dei colori e a spiegare le particolarità del disegno. Il vecchio ministro ascoltò tutto molto attentamente, per poterlo ripetere fedelmente quando sarebbe tornato dall'imperatore; e così fece.
Allora i due truffatori chiesero ancora soldi, e seta, e oro, che gli sarebbe servito per la tessitura. Ma poi infilarono tutto nella loro borsa, e nel telaio non ci misero neanche un filo. Eppure continuavano a tessere sul telaio vuoto.
Dopo un po' di tempo l'imperatore inviò un altro funzionario, assai valente, a vedere come procedevano i lavori. Ma anche a lui capitò lo stesso caso del vecchio ministro: si mise a guardare, a guardare, ma siccome oltre ai telai vuoti non c'era niente, non poteva vedere niente.
"Guardi la stoffa, non è magnifica?", dicevano i due truffatori, e intanto gli spiegavano il meraviglioso disegno che non esisteva affatto.
"Io non sono uno stupido!", pensava il valente funzionario. "Forse che non sono all'altezza della mia carica! Davvero strano! Meglio che nessuno se ne accorga!" E così iniziò anche lui a lodare il tessuto che non riusciva a vedere, e parlò di quanto gli piacessero quei colori, e quei disegni così graziosi. "Sì, è davvero la stoffa più bella del mondo", disse poi all'imperatore.
Tutti i sudditi non facevano che discutere di quel magnifico tessuto. Infine anche l'imperatore volle andare a vederlo, mentre esso era ancora sul telaio. Si fece accompagnare dalla sua scorta d'onore, nella quale c'erano anche i due ministri che erano già venuti, e si recò dai due astuti imbroglioni, che continuavano a tessere e a tessere... un filo che non c'era.
"Non è forse 'magnifique'?", dicevano in coro i due funzionari; "Che disegni, Sua Maestà! Che colori!", e intanto indicavano il telaio vuoto, perché erano sicuri che gli altri ci vedessero sopra la stoffa.
"Ma cosa sta succedendo?", pensò l'imperatore, "non vedo proprio nulla! Terribile! Che io sia stupido? O magari non sono degno di fare l'imperatore? Questo è il peggio che mi potesse capitare!"
"Ma è bellissimo", intanto diceva. "Avete tutta la mia ammirazione!", e annuiva soddisfatto, mentre fissava il telaio vuoto: mica poteva dire che non vedeva niente! Tutti quelli che lo accompagnavano guardavano, guardavano, ma per quanto potessero guardare, la sostanza non cambiava: eppure anch'essi ripeterono le parole dell'imperatore: "Bellissimo!", e gli suggerirono di farsi fare un abito nuovo con quella stoffa, per l'imminente parata di corte.
"'Magnifique'!, 'Excellent'!", non facevano che ripetere, ed erano tutti molto felici di dire cose del genere.
L'imperatore consegnò ai due imbroglioni la Croce di Cavaliere da tenere appesa al petto, e li nominò Grandi Tessitori.
Per tutta la notte prima della parata di corte, quei due rimasero alzati con più di sedici candele accese, di modo che tutti potessero vedere quanto era difficile confezionare i nuovi abiti dell'imperatore. Quindi fecero finta di staccare la stoffa dal telaio, e poi con due forbicioni tagliarono l'aria, cucirono con un ago senza filo, e dissero, finalmente: "Ecco i vestiti, sono pronti!"
Venne allora l'imperatore in persona, coi suoi più illustri cavalieri, e i due truffatori, tenendo il braccio alzato come per reggere qualcosa, gli dissero: "Ecco qui i pantaloni, ecco la giacchetta, ecco la mantellina..." eccetera. "Che stoffa! È leggera come una tela di ragno! Sembra quasi di non avere indosso nulla, ma è questo appunto il suo pregio!"
"Già", dissero tutti i cavalieri, anche se non vedevano niente, perché non c'era niente da vedere.
"E ora", dissero i due imbroglioni, se Sua Maestà Imperiale vorrà degnarsi di spogliarsi, noi lo aiuteremo a indossare questi abiti nuovi proprio qui di fronte allo specchio!"
L'imperatore si spogliò, e i due truffatori fingevano di porgergli, uno per uno, tutti i vestiti che, a detta loro, dovevano essere completati: quindi lo presero per la vita e fecero finta di legargli qualcosa dietro: era lo strascico. Ora l'imperatore si girava e rigirava allo specchio.
"Come sta bene! Questi vestiti lo fanno sembrare più bello!", tutti dicevano. "Che disegno! Che colori! Che vestito incredibile!"
"Stanno arrivando i portatori col baldacchino che starà sopra la testa del re durante il corteo!", disse il Gran Maestro del Cerimoniale.
"Sono pronto", disse l'imperatore. "Sto proprio bene, non è vero?" E ancora una volta si rigirò davanti allo specchio, facendo finta di osservare il suo vestito.
I ciambellani che erano incaricati di reggergli lo strascico finsero di raccoglierlo per terra, e poi si mossero tastando l'aria: mica potevano far capire che non vedevano niente.
Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio bene!" Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino. "Santo cielo", disse il padre, "Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine. E l'imperatore rabbrividì, perché sapeva che avevano ragione; ma intanto pensava: "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine!", e così si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo seguivano reggendo una coda che non c'era per niente.
Ma nissun aial e coragjo di di che dal implant origjinal al reste ben poc?
E che il pedrat al e pardabon un pedrat?
Mi plasares misura le etat dai murs...
ah, a proposit di atrazion turistiche no di pôc o di catedrai tal desert (n.d.th.)
o smenteavi che si e tabajat ancje chi, jo o cjati masse coincidencies par no fasi vigni cualchi dubit (e non sin nancje dongje di Vile Manin)
ve chi:
1
Gazzettin 22.03.08
IL CASO
Per il museo delle carrozze spesi 800mila euro, incassati 1700
C'è un museo, dove non si deve fare la fila per entrare: è quello delle carrozze di Codroipo, nella barchessa di villa Kechler a san Martino. Pochi visitatori ogni giorno, 3.450 da maggio a dicembre dello scorso anno, contando scolaresche e gruppi organizzati, che entrano con ingressi agevolati. Poco male, se non fosse che per i 3.450 visitatori sono stati incassati soltanto 1.700 euro. Addirittura malissimo se si va a guardare quanto è costato l'acquisto delle carrozze : un miliardo e 750 milioni di lire, perché all'epoca si usava ancora il vecchio conio. Tradotto in euro arriviamo a quota 800mila.
«Un pozzo di San Patrizio di cui non se ne sentiva la necessità - accusa Raffaello Tosatto della lista civica "Ripensare Codroipo", un evidente spreco di denaro pubblico». Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di An, Bruno di Natale: «Qualcuno pensava che arrivassero turisti da tutta Italia per vedere le carrozze !»
Il bersaglio delle critiche è l'ex sindaco Giancarlo Tonutti, ora candidato al consiglio regionale nelle liste del partito democratico, che volle con forza portare a casa le carrozze . Operazione che all'epoca ebbe anche il sostegno della Lega. Ora, a distanza di anni, c'è il dubbio sull'effettiva bontà del progetto. Sicuramente un po' dispendioso.
2
Inmo Gazetin 22.3
CODROIPO La minoranza critica sin dall’inizio ad eccezione della Lega. Ora le perplessità anche in giunta
Vecchie carrozze, il museo entra in crisi
Nel progetto di villa Kechler investiti quasi due miliardi di lire, ma i risultati non arrivano
Codroipo
Sull'effettiva validità della scelta la minoranza è stata fin dall'inizio molto scettica, anzi critica.
Ad eccezione della Lega che, a suo tempo, grazie ai propri rappresentanti regionali, fece arrivare a Codroipo un contributo milionario (in lire, allora furono 1 un miliardo e 750 milioni) per l'acquisto della collezione di carrozze storiche che avrebbe dato vita al museo. Fortemente voluto dall'allora sindaco Giancarlo Tonutti, che ha sempre teorizzato con convinzione la forte potenzialità dal punto di vista turistico che tale struttura avrebbe avuto, il museo delle carrozze di San Martino non smette di sollevare perplessità in merito alla sua reale forza d'attrazione. Ora a fornire occasione di dibattito sono i dati relativi alla prima stagione di biglietti staccati nella nuova sede del museo, in una barchessa di Villa Kechler a San Martino di Codroipo. La biglietteria, attivata lo scorso maggio, ha emesso, nel 2007, tagliandi per una cifra che supera di poco i 1700 euro (da maggio alla fine di dicembre, 3450 le presenze, compresi gruppi e scolaresche). Poco, troppo poco per la minoranza. "Quel pozzo di San Patrizio - commenta il rappresentante della civica "Ripensare a Codroipo", Raffaello Tosatto, rappresenta sempre in modo più evidente uno sperpero oltre che di denaro pubblico, anche di risorse umane, senza alcun beneficio per Codroipo e il suo territorio. Oltre ai soldi spesi per la struttura, ci sono da considerare anche i contenziosi che alcune ditte appaltatrici di lavori hanno in essere con il Comune. Il museo delle carrozze è una scelta scellerata: ipotizzare che qualcuno sarebbe stato interessato ad arrivare a Codroipo per visitare una collezione che, anche a detti di esperti, risulta scadente - prosegue Tosatto - è stato qualcosa di veramente assurdo".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo di An, Bruno Di Natale, il quale ironizza: "Prevedere pullman di turisti in arrivo da tutta Italia e anche da oltre confine a San Martino per ammirare la collezione di carrozze ? Nemmeno sotto la minaccia delle armi ciò potrebbe accadere!".
Ma qualche dubbio in merito al progetto arriva ora anche dalla maggioranza. A parlare è l'assessore alla cultura, Luca De Clara. Pur dichiarandosi convinto della bontà della scelta di realizzare il museo delle carrozze e pur confermando la qualità e la forza d'attrazione della struttura, De Clara esprime perplessità in merito alla promozione del museo. Quello attuale, è convinto l'assessore, è il momento più difficile per questa realtà, in quanto è ora che bisogna iniziare a lavorare in modo proficuo nella promozione, per risultati che si potranno vedere solo tra qualche anno. "Ed essere costretti ad operare quasi esclusivamente con fondi propri, senza la garanzia di un significativo sostegno a livello regionale -sospira De Clara- è davvero cosa ardua". Insomma, solo per la realizzazione di un servizio fotografico di qualità, di volantini accattivanti, si spendono belle cifre. Poi bisogna lanciare il museo, inserendolo in circuiti di rilievo, a livello nazionale e anche internazionale, investire in pubblicità sui mass media, sulle riviste specializzate. Tutto ciò, afferma De Clara, ha un costo per noi insostenibile. Questo non è, precisa l'assessore, un museo didattico, come quello archeologico di Codroipo che funziona molto bene con i laboratori per le scuole. Questo è un museo che deve aver un suo significato a livello turistico molto ampio.
L'assessore alla cultura fa capire chiaramente che, se gli proponessero oggi il progetto, in assenza di garanzie di contributi costanti per la promozione, ci penserebbe molto a lungo prima di esprimersi favorevolmente. C'è da precisare che De Clara non era assessore quando venne deciso di realizzare la struttura di San Martino. Attualmente la curatrice, Donatella Guarneri, secondo De Clara, sta facendo un ottimo lavoro, attraverso iniziative volte a tessere una serie di relazioni con fondazioni in diverse parti di Italia.
Silva Dorigo
3Codroipo
Il museo civico delle carrozze d'epoca di Codroipo è stato inaugurato nel dicembre 2006 a San Martino: un patrimonio di 44 vetture dei secoli XIX-XX, con i relativi accessori da viaggio, finimenti per l'attacco, cavalli realizzati a mano a grandezza naturale e una selleria militare, proveniente da un unico proprietario, il collezionista Antonio Lauda (Foggia 1925-Codroipo 2000). Si arricchisce con una settore dedicato ai giocattoli dell'800 e del '900, mentre un settore di prossimo allestimento sarà dedicato a paramenti sacri del '700 e dell'800. Il museo, ricavato nella struttura di una ex filanda, si articola in tre gallerie sovrapposte collegate e tre piani di una torretta centrale che conserva i caminetti, utilizzati all'epoca per l'allevamento dei bachi da seta e si pone come una nuova risorsa culturale in regione e nel contesto paesaggistico del capoluogo del Medio Friuli, caratteristico per i parchi naturali con fiumi di risorgiva, le ville padronali e le chiesette votive, i mulini ad acqua antichi, l'offerta di agriturismi e trattorie tipiche, il tutto collegato da una fitta rete di piste ciclabili.I COSTI
Attualmente lo stato dei lavori è giunto all'8° lotto: sono previsti ancora 2 lotti (il 9°, in fase di progettazione, prevede una spesa di 800 mila euro e consisterà in varie opere interne, tra cui pavimentazioni e impianti); il 10° (580 mila euro circa prevede il completamento degli arredi, la realizzazione di una parte dei serramenti e delle opere esterne). La spesa per la realizzazione del museo (compreso l'acquisto, per 300 milioni di lire) sarà di circa 5 milioni e 550 mila euro, cifra che vedrà il Comune coinvolto direttamente per circa un decimo dell'importo complessivo. All'importo bisogna aggiungere il miliardo e 750 milioni di lire investiti per l'acquisto della collezione, con fondi arrivati dalla Regione.S. D.
un ostello con una trentina di posti letto
cheste mi ere scjampade.
Se vevin cualchi sperance che cualchi buineanime prin o dopo al vares riprendut eil lavors dal exalbergo Sandrot cumo o sin propite sigurs.
E cuisa crop che se gjoldin ei gjestors di albergos e ospitalitats agrituristiches che o vin ator pal pais.
No sarae mico le intenzion di metisi in cuncurince cun lor?
per thermonuke
Nessuna velocità nel mio commento, anzi ho atteso, inutilmente, che la precisazione sulla donazione dell'ex ospedale di S.Giovanni venisse dallo stesso Romanini allora componente della Giunta; probabilmente però in questo periodo è preso dal nuovo incarico lavorativo o forse la "vôs zovine" è un po' meno "libare".
http://www.regione.fvg.it/asp/presidenteFVG/segreteria.asp
per Lieto,
la considerazione era nata solo dal fatto che aveva "battutosul tempo" il mio commento mentre lo stavo scrivendo.
Abbagliato da questa personale ed egocentrica tenzone di qualche minuto avevo trascurato di notare che la "vòs zovine e libare" nel giorno e mezzo precedentete non aveva ritenuto di rettificare l'evidente storpiautra (o no son plui i gjornaliscj di une volte...o il lòf trist...)
Grazie della segnalazione, per sdebitarmi, le regalo il link, (con cui lei sembra non avere ancora la dimestichezza adeguata) eccolo! e, quando lo vorrà, le offrirò con piacere un bicchiere all'osteria di Berton....detta anche trattoria agli Archi (DI CHIARA ORIGINE MEDIOEVALE e cheste e je le plui gruesse c'o ai sintut!!)
Oviamentri Berton nol jentre nuje se no che al e a S.Tomas, li che ogni arc al e di "chiara matrice medioevale".
O speri che i piciu rescj di afrescs te stale no sedin misterioses concrezions maron a altece di un metro e miec cirche juste daur di li che jerin lis vacjis .....
Cheste e mertares un post a se, e ancje une interogazion:
Comune di Majano
Area Socio Assistenziale
Prot.009390 del 08.05.2008
Ai genitori dei bambini della Scuola dell'infanzia Istituto Comprensivo Majano-Forgaria
33030 Majano - UD
Oggetto: Centro Vacanze integrato anno 2008.-
Gentilissimi genitori,
desidero comunicarvVi che per l'anno in ocrso l'Amministrazione Comunale in collaborazione con l'istituto Comprensivo di Majano e Forgaria, Associazioni e Gruppo locali organizza il centro vacanze integrato.
Alcune attività sono dedicate, anche ai bambini di 5 anni. Per informazioni telefonare allo 0432/416256 (Centro vacanze "L'isola del tesoro").
Per quanto riguarda i bimbi più piccoli, per problemi logistici quest'anno non e' stato possibile attivare il centro estivo.
Tuttavia nell'amibto della collaborazione tra Enti, l'Asilo Nido del Comune di Ragogna ha dato diponibilità ad accogliere anche i Vs/bimbi, dal 07 luglio al 01 agosto e sono a disposizione per informazioni allo 0432/957255 (Ufficio Segreteria-Barbara).-
Cordiali saluti.
Il sindaco
Caludio Zonta
Perfet e tempestif no?
Ragioni logistiche !?!?! si sono dismenteats di perimetra le aree ???!!!
Parceche se une copie e va a vore e a puarte i fruts al asili o al nido nol e ciert par gust di parchegjaiu nomo?
E alore cui che al rive si rangje in famee o cun bebisitters etc etc, chei altris ?!?!?
Cui che l’an passat (une cuarantine mi par) al podeve conta sun t’un servizi cumo ce fasial?
Si tacone nomo?
Anzit no, al puest di la a Lignan al po la 23 dis a Ruvigne ae fin di Lui!!
E alore che code no lara su che agnele come che ti plas justifica a ti ma evidentementri se di une bande si viot un grant impegno e di che altre si viot un torna indavor su servizis che jerin al e il segno che ciertis sieltis di strategje e di prioritats e son stadis fatis!!!
Di questa storia poco normale
E' presto fatta la morale
Vai (poco) a Ragogna se vuoi il sociale.
Qui prima cosa vien l’ospedale
Di arcata ben tardo medievale
E per il resto ti devi arrangiare!!
Alla faccia del premio citta a misura di Bambino!
Estate a Majano? Perche NO!!!
thermo rubriche ce fasino dal ospedal langobart: un asili?
Posta un commento