26 settembre 2007

Zornade europeane des lenghis

Vuê e je la zornade europeane des lenghis.

Ve ca il program di ce che al è dongje di nô.

3 commenti:

forestpark ha detto...

Bundi' a duc..

Sergio Romano al e' tornat a tabaa' di furlan vue' sul corriere di iar (martas).. ecco l'articul

forestpark ha detto...

Dal "Lettere al Corriere", Corriere della Sera, 25 Settembre 2007

Risponde Sergio Romano

"Come insegnare il friulano e leggere Wikipedia:

Consultando una delle più diffuse enciclopedie online, www.wikipedia.it, leggo nella sua biografia: "Da recenti risposte date sulle pagine del quotidiano Corriere della Sera, dove cura una rubrica di domande e risposte sull'attualità politica e storica, risulta uomo dal pensiero estremamente conservatore, con venature di fascismo soprattutto per quanto riguarda i temi delle minoranze linguistiche storiche presenti in Italia". Non so se il curatore della pagina in questione si riferisse alla sua risposta sull'insegnamento del friulano, risposta che peraltro condivido totalmente e di ovvio buon senso. Mi sembra comunque un ritratto assolutamente non corretto, superficiale e improprio. Credo che anche lei, di cui ho letto tra molti altri libri "Memorie di un conservatore" e "Confessioni di un revisionista", non si riconosca in quella definizione. Ora le chiedo: che controllo si può esercitare sui contenuti di strumenti che rimangono comunque importantissimi? Basta una risposta non condivisa e si viene tratteggiati in modo denigratorio su un sito consultato da centinaia di migliaia di persone? Che valore hanno dunque le biografie di personaggi storici, giornalisti o politici?

Dario Magini, dario.magini@diemmedue.com


Caro Magini, grazie per l'informazione. Suppongo che l'autore della frase da lei citata avesse in mente la mia risposta a una lettera sull'insegnamento del friulano nel Friuli- Venezia Giulia. Ho scritto, in sintesi, che i friulani non possono considerarsi una minoranza nel senso con cui la parola è stata utilizzata per i gruppi nazionali che hanno un'altra patria, al di là della frontiera (i tirolesi della provincia di Bolzano, gli sloveni delle province di Trieste e Gorizia) o non hanno partecipato alla creazione dello Stato di cui sono divenuti cittadini. Un autore mi ha ricordato che esiste una Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, firmata dall'Italia nel giugno del 2000, in cui è scritto che "la tutela e la promozione delle lingue regionali o minoritarie (...) rappresentano un contributo importante per l'edificazione di un'Europa fondata sui principi della democrazia e della diversità culturale ". Ma a me sembra che l'Europa non debba diventare un museo etnografico in cui ogni etnia ha diritto alle proprie bacheche, conservate e finanziate con il denaro pubblico, spesso a carico dell'intera comunità nazionale. Se desiderano conservare e valorizzare le loro tradizioni culturali, i friulani e i sardi possono creare le loro associazioni, promuovere i loro programmi, finanziare il loro sforzo e soltanto allora chiedere allo Stato un contributo in denaro o in servizi. Solo così capiremo se la difesa di una lingua locale risponda al desiderio di una larga parte della popolazione o non sia piuttosto il calcolo elettorale di un partito e l'ambizioso capriccio di una modesta intellighenzia di provincia. A proposito di Wikipedia, caro Magini, posso dirle soltanto che questa enciclopedia online è uno dei frutti più sorprendenti della grande rivoluzione che il computer personale e Internet hanno provocato nel campo della comunicazione. In un articolo pubblicato dal settimanale Mondo del 13 luglio, Andrea Turi ricorda che la parola "wiki" viene dal linguaggio parlato nelle isole Hawaii e significa "rapido". La parola allude alla rapidità con cui le informazioni appaiono sullo schermo, ma vale anche per il suo straordinario sviluppo in pochi anni. È nata in inglese il 15 gennaio 2001, ma sono bastati soltanto quattro mesi perché venissero create 13 edizioni fra cui una italiana. Oggi il suo sito è uno dei dieci più frequentati nel mondo e registra ogni sei mesi circa sei miliardi di accessi. È una enciclopedia in cui tutti possono scrivere e a cui tutti possono attingere. Si compone di circa sette milioni di voci (poco meno di 350.000 in italiano) ed è scritta in circa 250 lingue da uno stuolo di collaboratori anonimi, curiosi, appassionati di temi particolari e ansiosi di gettare le loro informazioni nel grande mondo della rete. Insomma Wikipedia è una cattedrale che cresce spontaneamente, senza disegni e architetti grazie alla collaborazione di parecchie migliaia di muratori volontari. È inevitabile, in queste condizioni, che qualche colonna sia sghemba, qualche arco mal calcolato, qualche pietra difettosa, qualche prospettiva ingannevole. Ma gli errori ideologici, le sviste e i partiti presi non mi impediranno di continuare a consultarla. Raccomando ai lettori di fare altrettanto con il tradizionale ammonimento che accompagna le buone medicine: usare con cautela.

Christian Romanini ha detto...

Ma Sergio Romano frontial simpri ducj i argoments cun cheste superficialitât?...