Te Gnot Sante
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*Te Gnot Sante*
*Ti spieti Signôr*
*in cheste Gnot Sante*
*a scoltâ il dolôr*
*su lis stradis maled...
1 giorno fa
Prime ti ignorin, dopo ti ridin, dopo ti combatin. Dopo tu tu vincis! (Gandhi)
6 commenti:
Bravo Christian!
Sperìn dome che ducj a vedin un tic di sintiment e che nissun si permeti plui di fâ propuestis dal gjenar...
Qualchiduc al a scrit, plui o mancul:
'Chiunque è testimone di un'ingiustizia, di una cattiveria e non fa niente, ne è complice'.
Tros sono stas a cjalà...
Tignin drete le schene cumò che no podin di che no savin...
Controlin i controlors.
Masse spes e somee che lis leçs raziâls a sedin nassudis scuasit par câs, che a sedin stadis dome une pensade di Mussolini par fa plasê a Hitler.
Invezit lis leçs a son stadis fatis propit dulà che il teren al jere bon par falis cressi e al è di domandâsi trope colpe che e à chê part di culture taliane, (chê plui nazionaliste tal sens trist de peraule), che tancj dams e à fat ancje a chei nestri vons che no jerin dal dut talians.
Il 16 novembre ricorreva la Giornata Internazionale per la Tolleranza proclamata dall'UNESCO nel 1995. Complimenti alle ragazze dell'Informajano che hanno voluto ricordare questa ricorrenza organizzando serata di riflessione sul tema della tolleranza, in cui il pubblico è stato guidato, attraverso immagini e filmati, dal bravissimo Prof. Moreno Zago. Durante l'incontro sono stati citati anche gli aberranti documenti sulla razza del periodo fascista che Christian ha ricordato nel suo post ...io mi permetto allora di riportare un breve passo della Dichiarazione UNESCO sulla tolleranza ...di questi tempi non fa male!
Art.1 DICHIARAZIONE DI PRINCIPI SULLA TOLLERANZA
"La tolleranza è rispetto, accettazione e apprezzamento della ricchezza e della diversità delle culture del nostro mondo, delle nostre forme di espressione e dei nostri modi di esprimere la nostra qualità di essesi umani.
E' favorita dalla conoscenza, dall'apertura di spirito, dalla comunicazione e dalla libertà di pensiero, di coscienza e di fede.
Tolleranza è armonia nella differenza.
Non è solo un obbligo morale: è anche una necessità politica e giuridica. La tolleranza è una virtù che rende possibile la pace e contribuisce a sostituire la cultura della guerra con una cultura di pace."
Sul Mv di vuê
MERCOLEDÌ, 19 NOVEMBRE 2008
Pagina 2 - Attualità
«Il nazismo e il fascismo mali assoluti»
Steinmeier e Frattini in visita a San Sabba: «La Germania chiede scusa per i crimini»
IL VERTICE DI TRIESTE
Per la prima volta un ministro entra nel luogo della memoria
Nel campo furono uccisi fra le 3 e le 5 mila persone
L’impegno comune per la questione degli indennizzi
TRIESTE. Riparte da Trieste la storia comune di Italia e Germania. Ieri, a 63 anni dalla chiusura dell’unico campo di sterminio nazista sul territorio italiano, un ministro tedesco ha messo piede per la prima volta alla Risiera di San Sabba. E la solennità, l’onestà intellettuale con cui Frank Walter Steinmeier, ministro degli Esteri di Berlino, accompagnato dal collega italiano Franco Frattini, ha parlato dei crimini commessi nel secolo scorso dal regime nazista possono davvero insegnare qualcosa.
«Le atrocità perpetrate nella Risiera di San Sabba in nome tedesco sono parte della nostra storia comune» ha detto nel suo discorso il ministro tedesco. «Sono molti gli eventi e i luoghi di memoria – ha continuato – che rappresentano il tradimento perpetrato dalla Germania nazional-socialista nei confronti della civiltà». Un freddo sole ha salutato l’arrivo a Trieste dei due ministri. Nel piazzale della Risiera, dove morirono tra le tremila e cinquemila persone, le varie delegazioni: le associazioni di ex deportati, i rappresentanti della Comunità ebraica di Trieste ed altri, sempre puntuali alle cerimonie. Ma quella di ieri ha avuto una valenza decisamente speciale. «Appena sentivo la parola Germania mi venivano i brividi» racconta un ex deportato. «Per anni non ho voluto comprare nulla che venisse da là, l’impressione era troppa», aggiunge un altro, che poi ieri ha stretto la mano e guardato negli occhi il ministro tedesco. «Il ricordo – ha aggiunto Steinmeier – non deve cancellare un capitolo del nostro comune passato, anche e soprattutto più doloroso».
Il capo della diplomazia tedesca ha espresso «profonda partecipazione» per le vittime e i loro congiunti. «A loro e al loro destino – ha concluso – dobbiamo commemorazione ed elaborazione, non silenzio e rimozione». Italia e Germania, come ricordato da una nota congiunta che ha seguito l’incontro, «stanno affrontando insieme anche le dolorose vicende della seconda guerra mondiale». La Germania, assieme all’Italia, «riconosce pienamente le gravissime sofferenze inferte agli italiani in particolare nelle stragi e agli ex internati militari italiani e ne conserva la memoria». Non basta: storici italiani e tedeschi formeranno una commissione mista che approfondirà gli aspetti del passato bellico e del destino degli internati militari italiani dopo l’8 settembre 1943. Obiettivo di questa commissione, che si riunirà nel 2009, arrivare a conclusioni comuni, anche sugli aspetti legati a ricorsi e indennizzi giudiziari. «Solo con una memoria condivisa – ha spiegato nel suo intervento il ministro Franco Frattini – potremo insegnare ai giovani che cosa fu la tragedia del nazismo e del fascismo. L’Italia e la Germania possono guardare con spirito di collaborazione al futuro, condividendo gli ideali di riconciliazione, solidarieta' e integrazione, che sono le basi dell’Unione europea». Frattini ha ricordato che «nazismo e fascismo sono mali assoluti della nostra storia».
L’incontro è stato anche l’occasione per affrontare la questione degli indennizzi ai parenti delle vittime della strage di Civitella, stabiliti con una recente sentenza della Cassazione. Come precisato dalla nota congiunta, l’Italia rispetta la decisione tedesca di rivolgersi alla Corte internazionale di giustizia per una pronuncia sul principio dell’immunità dello Stato. «Non possiamo che prendere atto – ha detto Frattini – del ricorso della Germania. Si tratta di un ricorso autonomo del governo tedesco. Rispetteremo la decisione della Corte dell’Aja così come rispettiamo – ha concluso – la decisione della Corte di Cassazione».
Beniamino Pagliaro
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