17 marzo 2008

Il gjenocidi in Tibet

Ta chescj dîs o vin let la tragjedie dal Tibet, aromai teatri di un gjenocidi culturâl metût in vore de Cine che e smire a scancelâ i tibetans e la lôr identitât, come che al à denunciât ancje il Dalai Lama.
Daûr de segnalazion di Roberta, che o ringrazii, tal prin coment us met une testemoneance dal poete tibetan Tenzin Tsundue, in esili in Indie.

9 commenti:

  1. Se voleste sapere di più su Tsundue il sito è www.friendsoftibet.org/tenzin/

    Caro Amico/ Cara Amica

    E’ arrivato il tempo per me di tornare in Tibet. L’ultima volta che ci andai nel 1997 – dopo la mia laurea – fui arrestato dalle autorità cinesi; sono stato picchiato interrogato e mi hanno lasciato senza cibo, quindi venni espulso dal Tibet dopo che mi avevano tenuto rinchiuso in prigione per tre mesi a Lhasa e Ngari. Avevo raggiunto il Tibet a piedi da solo attraversando le montagne Hymalaiane partendo dal Ladakh.

    Undici anni dopo ritornerò in Tibet a piedi anche questa volta . Senza chiedere il permesso ritornerò a casa mia. Perchè dovrei preoccuparmi dei documenti emessi dal regime coloniale cinese, che non solo ha occupato il Tibet, ma anche ha messo il Tibet sotto un regime militare e fa vivere il nostro popolo in tirannia e sotto una brutale repressione giorno dopo giorno da cinquant’anni?

    Il 2008 è una grande opportunità che il movimento tibetano ha di mostrare le ingiustizie che i tibetani stanno subendo proprio mentre la Cina sta per attrarre l’attenzione dei media internazionali.

    Prenderò parte alla marcia “del ritorno” che partirà da Dharamsala verso il Tibet, e viene organizzata dal “Movimento d’Insurrezione del Popolo Tibetano” uno sforzo comune messo assieme da cinque grandi Organizzazioni non governative tibetane: Il congresso dei giovani tibetani, L’associazione Donne Tibetane, Il Movimento Tibetano Gu-Chu_Sum (un associazione di ex-prigionieri tibetani), Il Partito Democratico tibeano, e gli Studenti per la libertà del Tibet, India.

    La marcia inizierà il 10 Marzo 2008, da Dharamasala, la capitale dei Tibetani in esilio, attraverserà Delhi e poi si dirigerà verso il Tibet. Camminando per sei mesi, raggiungeremo il confine con il Tibet proprio nel momento in cui ci sarà l’apertura dei giochi olimpici di Pechino 2008 (14-25 Agosto). Ora è troppo presto per poter dire in quale punto attraverseremo il confine: L’India e il Tibet confinano per un tratto di 4.075 chilometri lungo tutto la catena Hymalaiana. Sceglieremo un punto preciso o più punti , a seconda delle situazioni.

    So che ci sono stati parecchi tentativi in passato, ma questo è il 2008 e ho visto gli organizzatori lavorare ancora con maggior impegno con piani strategici , curando ogni singolo dettaglio. La cosa migliore è che tutte queste Organizzazioni non governative stanno lavorando insieme, unite da uno scopo comune. Questa unità è la nostra forza! Non lo so dove finiremo, ecco perchè sto regalando la mia piccola collezione di libri (l’unica mia ricchezza nella vita) ad una biblioteca che si trova in McLeod Ganj, Dharamsala. I miei amici : Lobsang e Nyingje (che servono l’esercito Indiano sono parte del battaglione dei Tibetani) hanno anch’essi donato i loro averi per impegnarsi nella marcia.



    Naturalmente la polizia indiana farà il suo dovere, l’esercito cinese sul confine Tibetano non sarà chiaramente entusiasta. Dal momento che guidiamo una marcia di pace, con un impegno assoluto di non-violenza, non penso che alcuno, nè le autorità Indiane nè quelle cinesi, userà la forza contro di noi. Ispirati dalla Marcia del Sale di Gandhi, anche se cercassero di fermarci , noi non ci fermeremo. Per quanti giorni potrebbero tenerci in prigione e soltanto perchè stiamo camminando pacificamente? E perchè il governo Indiano dovrebbe fermare i rifugiati Tibetani che stanno tornando a casa, a piedi , volontariamente?

    In passato sono salito in cima ad edifici per chiedere libertà, mi sono gettato davanti all’ambasciata cinese a Nuova Delhi, ho trascorso mesi in prigione, sono stato picchiato, ho combattuto in tribunale ma non ho mai perso la dignità della lotta: il mio credo è la NON VIOLENZA. La marcia per il Tibet sarà non violenta; è un sadhana, un tributo spirituale alla verità e alla giustizia per le quali noi stiamo combattendo. Questa è la nostra Lunga Marcia per la libertà.

    E lungo il nostro viaggio verso casa, cucineremo e ci accamperemo in tende ai bordi delle strade, ci saranno persone che marceranno e coloro che li sosterranno. Ci saranno i cuochi, la logistica, la stampa e la televisione e uno staff medico. Si danzerà e si canterà e si rappresenteranno pezzi di teatro e di cinema sulla strada mentre percorreremo questo lungo viaggio verso casa.

    Caro Amico/Cara Amica,

    Se desideri avere l’opportunità di unirti ad una battaglia non-violenta per la libertà, se voi unirti allo sforzo della gente che vuole guadagnare la libertà di un paese che rimane soggiogato anche nel 2008, ti chiedo di unirti a noi, di sostenerci in qualsiasi modo possibile. Abbiamo bisogno che la gente sappia , quindi per favore diffondi questa lettera. Puoi camminare con noi, mentre noi cammineremo in questi sei mesi. Forse puoi unirti a noi per un giorno lungo il nostro sentiero, o anche solo un’ora, o una settimana, mesi come sostenitore. Le scuole, le università e anche intere città cammineranno con noi. Abbiamo bisogno di volontari, giornalisti, scrittori,fotografi, bloggers che ci aiutino. Noi abbiamo bisogno di infermieri, cuochi, tecnici e abbiamo bisogno delle tue preghiere.

    La Marcia è stata annunciata il 4 gennaio 2008, e da allora i tibetani ne stanno parlando; è il primo argomento di discussione nei campi profughi. Recentemente gli organizzatori hanno stampato un modulo di adesione. E ho sentito che la gente si sta lentamente registrando. Poi registrarti anche tu, online, come volontario. Per maggiori informazioni visita : www.TibetanUprising.org . Per richieste inviate le vostre e-mail ai coordinatori: Lobsang Yeshi:

    lobsangyeshi2006@hotmail.com o sherab woser: sherabwoser@yahoo.com

    Unitevi a noi

    Tenzin Tsundue

    Dharamasala



    Dear Friend,



    The time has come for me to go to Tibet again. Last time when I went to Tibet in 1997 - after my graduation - I was arrested by the Chinese authorities, beaten up, interrogated, starved and finally thrown out of Tibet after keeping me in their jails for three months in Lhasa and Ngari. I walked to Tibet, on my own, alone, across the Himalayan Mountains from the Ladakh.



    Eleven years later, I am walking to Tibet again; this time too, without permission. I am returning home; why should I bother about papers from Chinese colonial regime who have not only occupied Tibet, but also is running a military rule there; making our people in Tibet live in tyranny and brutal suppression day after day, everyday for fifty years.



    The Year 2008 is a huge opportunity for the Tibet movement to present the injustices the Tibetans have been subjected to, when China is going to attract international media attention. I am taking part in the return march from Dharamsala to Tibet, that is being organized as a part of the "Tibetan People's Uprising Movement", a united effort put together by five major Tibetan NGOs: Tibetan Youth Congress, Tibetan Women’s Association, Gu-Chu-Sum Movement of Tibet (an association of former political prisoners), National Democratic Party of Tibet and Students for a Free Tibet, India.



    The march will start on 10 March 2008, from Dharamsala, the capital of Tibetan exiles and will pass through Delhi and then head towards Tibet. Walking for six months, we might reach the Tibet border around the time China opens the Beijing 2008 Olympics (August 14-25). Presently it’s too early to approximate at which border point we would be crossing; Tibet and India share a border that runs 4,075 Km along the length of the Himalayas. We might choose any point, or even multiple points. We’ll see the situation.



    I know there had been similar attempts in the past, but this is 2008, and I have seen the organizers working extra hard with strategic planning, taking care of every minute detail, and the best thing is that we have all the NGOs working unitedly for the common goal. This unity is our strength! I do not know where we would end up, that’s why I am giving away the little collection of books (my only possession in life) to a library at is being setup in McLeod Ganj, Dharamsala. My friends: Lobsang and Nyingje (who served in the Indian army as part of the Tibetan battalion) are also giving away their personal belongings; committing themselves for the march.



    Of course the Indian police will do their duty; the Chinese army at the Tibet border would be overtly enthusiastic. Since we are leading a peaceful march, with absolute commitment to non-violence, I do not think anyone - either from Indian authority or Chinese - would impose themselves on us. Inspired by Gandhi’s Salt March, even if they did try to stop us, we are not stopping. For how many days can they jail us for just walking peacefully? And why should the Indian government stop Tibetan refugees voluntarily returning home on foot?



    In the past I have climbed buildings to shout for freedom, thrown myself at the Chinese embassy gate in New Delhi, spent months in jails, got beaten up police, fought court cases, but I never lost the dignity of the struggle: my believe in Non-violence. The March to Tibet will be non-violent; it is a sadhana, a spiritual tribute to the truth and justice that we are fighting for. This is our Long March to freedom.



    And on our journey home, we will cook and camp in tents on the roadside, there will be the marchers and the support marchers, the kitchen team, logistics, media and the medical team. There will be dancing and singing, and theatre and film shows on the road as we take this long journey home.



    Dear friend,

    Here is an opportunity to join a historic non-violent freedom struggle, a people’s effort to win freedom for a country that remains subjugated even in 2008. I request you to join us, support us in whatever ways possible. We need people to know about it, so spread the word. You can walk with us, as we walk for six months, maybe you can join us for a day along the path, even one hour, or for a week, months as a supporter. Schools, colleges and even whole town can walk with us. We need volunteers, media people, writers, photographers, bloggers can help us. We need nurses, cooks, technicians and your prayers.



    Ever since the march was announced on 4th January 2008, Tibetans have been talking about it; it’s a major discussion in the refugee camps. Recently the organizers launched the entry form. And I heard people are slowly getting themselves registered. You too can register your volunteer online. For more information please visit: www.TibetanUprising.org For enquiries email the coordinators: Lobsang yeshi lobsangyeshi2006@hotmail.com or sherab woser sherabwoeser@yahoo.com



    Join us.


    Tenzin Tsundue

    Dharamsala

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  2. Io i soi stat di che bandis là, in Nepal pa la precision e i ai conossut un grup di profugos clandestins tibetans, a erin ducj sieras ta un sot tet a tiessi tapes, i voi a mostravin une tristezze misturade cun le rabbie ma in dute la me vite curte i no ai mai viodut tante dignitat. Al centro di une paret a ere une foto dal Dalai Lama cun tantis rosis sot e une cjandelute simpri piade. Se tu fevalis cun lor, cun chei pocs ca capivin l'ingles, a ti contavin dal lor Pais cun peraulis compagnis di ches che un pari al dopre par fevelà di so fi.

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  3. Jo o segnali chest ;-)

    Cumò chel mont, il nestri mont, al è finît o al è in penose angunie e
    il cjant dai cristians e dai lûcs e des robis al è cessât o si è trasformât
    in lament. In tal vanzeli al è scrit che ancje i clas a puedin berlâ (Lc
    19,40). E i clas, lis pedradis, lis cjasis, lis stalis, lis glesiis, i
    simitieris, i prâz, i boscs, lis monz, dut un mont e dut il mont de
    Cjargne e di chês âtris parz di mont, tant di ca che di là da l’aghe, lis
    valadis de Tôr e dal Natison a berlin cence peraulis, cence vôs, cu la
    vôs dai faz, il tradiment, il sassinament, il gjenocidi, la distruzion
    economiche, sociâl e culturâl operade in progression sistematiche dal
    stât talian, de ditature fassiste, dal regim democristian, dai partîz di
    ogni colôr e savôr, de regjon autonome.

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  4. Mandi Dree
    biel! Dulà si cjatial chest passaç? ;-)

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  5. Forsit tal ultim viaç il Dalai al à fevelât par furlan...

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  6. di ducj i partits di ogni color e savor, de regjon autonome...

    ma alore al e suicidi?

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  7. Dree, o forsit adiriture par cjargnel

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  8. Dalai Lama e pre Toni: stessis peraulis par difindi il lôr popul.

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