Seguo con curiosità e interesse il dibattito, ultimamente molto acceso, sulla lingua friulana e sulla possibile introduzione nella scuola, ma non ho titolo per entrarvi nel merito, in quanto questo e' un problema dei friulani, e io friulano non sono. Posso solamente fare qualche osservazione da "esterno". Io sono bellunese, vengo dunque da una provincia confinante con il Friuli, la cui genet ha caratteristiche molto simili a quelle dei friulani: laboriosità, serietà, durezza di carattere, attaccamento alla casa e alla terra, ostinazione, passato da emigranti...La differenza proprio la parlata, di qua il friulano, di là il dialetto veneto. Ho vissuto e lavorato per anni in varie citta del Veneto, che quindi posso dire di conoscere nella sua generalità, e posso dire che, così come a Belluno, in tutto il Veneto tutti i veneti parlano il dialetto veneto, variabile ovviamente da luogo a luiogo per infelssione, cadenza, terminologie specifiche, ma con una matrice comune che fa sì che i rovigoti si intendano con i vicentini e così via. Tutti i veneti lo parlano, dagli accademici ai meno acculturati, correntemente, spontaneamente, con naturalezza; a nessuno verrebbe mai in mente di esporre cartelli per invitare a parlare il dialetto, o di creare targhe negli uffici pubblici per scrivere "anagrafe" anche in dialetto e men che meno di insegnarlo nelle scuole. Lo si parla e basta. E lo si impara da piccoli a casa, per la strada, parlando con i compagni. E non lo si coltiva in serra. Già direbbero a questo punto i filologi, ma quello è un dialetto, mentre il friulano è una lingua. Ma la gente comune non sa cosa sono i filologi, e nemmeno conosce la differenza tra dialetto e lingua. La gente comune usa la parlata che ha imparato dall'infanzia, la usa e basta, senza porsi problemi; perche la parlata serve per comunicare, e non per essere fonte di problemi. Perchè allora in Friuli c'è il problema? Io sono qui da quasi trent'anni, e ancora non lo ho capito. Non escludo che alla base vi possano essere delle inoppugnabili motivazioni che lo spiegano, e che io non sono riuscito ad afferrare. Ma posso dire che parlando con la gente comune di qui non mi è sembrato che la questione sia sentita; vedo piuttosto che la gente comune di qui il friulano lo parla, e basta. Senza porsi problemi. Come fanno i veneti con il loro dialetto. Che dunque non sia un problema della gente comune? Claudio Funes Nova Tavagnacco
auguri par vuè...
RispondiEliminasetu inemorat?
RispondiEliminaCheste volte tu as cagat fur dal vas!
RispondiEliminaThermo, o ai capît ce che tu scrivis, ancje parcè che lu ai let in altris posts. Però almancul chi tu podevis evitâ di ripetilu...
RispondiEliminaE tu tu podaressis ve le creance di rispundi.
RispondiEliminaSe tu ti riferissis a Menia, lei achì
RispondiEliminaMessaggero Veneto 15.08.07
RispondiEliminaLingue e Dialetti
Il Veneto non e' coltivato in serra.
Seguo con curiosità e interesse il dibattito, ultimamente molto acceso, sulla lingua friulana e sulla possibile introduzione nella scuola, ma non ho titolo per entrarvi nel merito, in quanto questo e' un problema dei friulani, e io friulano non sono. Posso solamente fare qualche osservazione da "esterno".
Io sono bellunese, vengo dunque da una provincia confinante con il Friuli, la cui genet ha caratteristiche molto simili a quelle dei friulani: laboriosità, serietà, durezza di carattere, attaccamento alla casa e alla terra, ostinazione, passato da emigranti...La differenza proprio la parlata, di qua il friulano, di là il dialetto veneto.
Ho vissuto e lavorato per anni in varie citta del Veneto, che quindi posso dire di conoscere nella sua generalità, e posso dire che, così come a Belluno, in tutto il Veneto tutti i veneti parlano il dialetto veneto, variabile ovviamente da luogo a luiogo per infelssione, cadenza, terminologie specifiche, ma con una matrice comune che fa sì che i rovigoti si intendano con i vicentini e così via.
Tutti i veneti lo parlano, dagli accademici ai meno acculturati, correntemente, spontaneamente, con naturalezza; a nessuno verrebbe mai in mente di esporre cartelli per invitare a parlare il dialetto, o di creare targhe negli uffici pubblici per scrivere "anagrafe" anche in dialetto e men che meno di insegnarlo nelle scuole. Lo si parla e basta. E lo si impara da piccoli a casa, per la strada, parlando con i compagni. E non lo si coltiva in serra.
Già direbbero a questo punto i filologi, ma quello è un dialetto, mentre il friulano è una lingua.
Ma la gente comune non sa cosa sono i filologi, e nemmeno conosce la differenza tra dialetto e lingua. La gente comune usa la parlata che ha imparato dall'infanzia, la usa e basta, senza porsi problemi; perche la parlata serve per comunicare, e non per essere fonte di problemi.
Perchè allora in Friuli c'è il problema?
Io sono qui da quasi trent'anni, e ancora non lo ho capito. Non escludo che alla base vi possano essere delle inoppugnabili motivazioni che lo spiegano, e che io non sono riuscito ad afferrare.
Ma posso dire che parlando con la gente comune di qui non mi è sembrato che la questione sia sentita; vedo piuttosto che la gente comune di qui il friulano lo parla, e basta. Senza porsi problemi. Come fanno i veneti con il loro dialetto.
Che dunque non sia un problema della gente comune?
Claudio Funes Nova
Tavagnacco
Vox populi.... o e' un altro fascista?
no steit a ruvina chist post...
RispondiEliminaocjo thermo,
RispondiEliminache se si inrabie la ninine tu âs ce cori!
;-)
E intant tu vas slis....
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