Tipo strani, almancul tai miei confronz chest Tosoni. A mi à simpre atacaat duramenti, das voltes ancje in maniere ofensive.... e non i sei mai rivaat a capii par cual motiif. Boh?.... Content lui!
eh sì, Renzo, mi pâr che plui di cualchidun mi à dit che ti tache dispès, ancje sul NuovoFVG... jo invezit o ai cualchi problemut cuntun altri gjornalist che no mi à masse in simpatie...
Tosoni, le interviste e je di 7 agns fa quindi no sai ce che covente...
Invecite o aj cjatat di tosoni chiste robe recent che riclame une polemiche passade su chist blog un poic di timp fa:
IL FONDINO di Mauro Tosoni 13.10.06 Riconoscimenti per il terremoto: che ne direste di una moratoria? In un paese dove compiere il proprio dovere è considerato eroico, un riconoscimento ci può anche stare. Diciamo pure due o tre. Ma adesso, potremmo anche fermarci, che dite? di Mauro Tosoni E poi dicono che i friulani sono dei musoni, che guardano con fastidio il forest, chi viene da fuori, che sono dei solisti. Ditemi voi quale altra regione italiana colpita da un disastro naturale - terremoti, alluvioni, che da noi abbondano - è stata così prodiga di riconoscimenti verso coloro che al momento della catastrofe gestivano gli apparati esecutivi dello stato.
Si dirà che il nostro terremoto è stato immane e che il riconoscimento deve essere proporzionato. Ma l’argomento non tiene: in Irpinia, la tragedia è stata tre volte più grande, ma i riconoscimenti sono stati molti di meno.
Non credo neanche che sia una questione di ex voto per grazia ricevuta: sempre restando alle cifre, in Friuli sono arrivati diecimila miliardi, in Campania sei volte tanto. Avrebbero molto di più da ringraziare loro, di noi.
No, la riconoscimentite è un male tutto nostro. Diciamo meglio, della nostra classe dirigente. Qualcuno sostiene che le medaglie si danno con il secondo fine di riceverne una, al momento opportuno. Ma sono solo cattiverie. La ragione vera è di carattere puramente estetico: la cerimonia commemorativa riesce meglio se c’è una medaglia, una pergamena, un presente da consegnare a qualcuno.
Con questo non voglio dire che i friulani siano dei cuori di pietra, degli ingrati. Dico solo che la fanno meno lunga. E con meno chiacchiere. Soprattutto, credo, sanno distinguere tra chi fa qualcosa per altruismo e chi lo fa perchè ha qualche tornaconto o semplicemente perchè è suo compito farlo.
In questo senso, avendo avuto un piccolo ruolo nelle vicende del dopo terremoto e, soprattutto, avendo avuto un rapporto con i terremotati che forse pochi dei riconoscenti attuali hanno avuto, mi permetto di dire che la frase “il Friul al ringrazie e nol dismentee”, il Friuli ringrazia e non dimentica si riferiva più alle migliaia di volontari accorsi qui per puro spirito di solidarietà che non alle eccellenze da toccata e fuga, magari dopo un sorvolo in elicottero.
Delle autorità, personalmente ho un altro ricordo. Di Andreotti, ricordo che i terremotati passarono quasi una giornata aspettando che sua signoria si facesse vivo al telefono per dir loro qualcosa sull’una tantum. Occuparono la prefettura per un intera giornata, il 7 gennaio del 1978, nell’attesa che l’allora presidente del Consiglio si facesse vivo. Ma lui aveva altro da fare, ci fece rispondere da un segretario. Non fosse venuto il presidente della Regione Comelli, a calmare le acque, chissà come sarebbe andata a finire.
Lasciamo perdere per carità di patria gli scandali che sfiorarono Zamberletti: certo, per l’affare delle baracche Atco pagò soltanto il suo segretario personale, ma è davvero il caso di riempire di medaglie il petto di uno che è stato quanto meno poco accorto nella scelta dei suoi collaboratori più fidati?
Ma la questione non è nemmeno questa: sono passati trent’anni, a che serve rivangare? La questione l’ha posta con lucidità l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, quando ha detto che non vedeva nessuna ragione nel riconoscimento che gli era tributato: lui pensa di aver fatto semplicemente ciò che gli imponeva il suo ufficio, prima da ministro dell’Interno, poi da presidente del Consiglio. Devono averla pensato allo stesso modo anche Ciampi, Scalfaro e Marini che - più diplomatici, erano tutti fuori Roma - non si sono fatti vedere alla cerimonia.
Invece di far passare la cosa in sordina, si cerca a tutti costi di creare un caso solleticando l’amor proprio dei friulani.
Il presidente del consiglio regionale Alessandro Tesini che, se non capisco male, è un po’ l’artefice di questa ondata di gratitudine a babbo morto, si mette addirittura a fare dello spirito: “Gliela porto io a Cossiga, la medaglia”.
I giornali sottolineano le assenze non senza una punta di rimprovero. Figuriamoci se poteva mancare in questo clima offeso l’intervento del più offeso, l’ex sindaco di Cavazzo Franceschino Barazzutti, che si è detto offeso per le assenze.
Hanno fatto semplicemente quello che dovevano fare, Franceschino. D’accordo, in un paese dove compiere il proprio dovere è considerato eroico, un riconoscimento ci può anche stare. Diciamo pure, due o tre. Ma adesso, potremmo anche fermarci, che dite?
Tosoni, le interviste e je di 7 agns fa quindi no sai ce che covente... O cîr di dâti un rispueste:
1) parcè che 7 agns fa si fevelave di realizâ un setemanâl in lenghe furlane e cheste setemane al è saltât fûr "Il Diari" (setemanâl in furlan sot la direzion di M. Tosoni);
2) parcè che mi samee che lis cuistions frontadis di Mauro e sedin ancjemò di atualitât;
3) parcè che ogni tant scoltâ robe vecje no fâs mâl;
4) par meti in linie un archivi di opinions (un centenâr des plui diferentis)... ma no tu sês obleât a cjalâlu dut! ;-).
Christian interessant DS che al stice sul Furlanist no? ce ditu?
E di chel mataran di maxpotter? no tu saras migo chel anonimo che i romp i cojons parcheche nol scrif in grafie e trombizzai le vene poetiche?
Ah o ai vuidut che su splinder si po viodi j'ultis post dal profil, chi si podial?
p.s. o ai vuitdut che tu ses lat a cjala el cul di Dania: braf e soj orgoglios di te, o tacavi a temi che tu pensassi dome al frico e no ale so declinazion feminil...
Tipo strani, almancul tai miei confronz chest Tosoni. A mi à simpre atacaat duramenti, das voltes ancje in maniere ofensive.... e non i sei mai rivaat a capii par cual motiif.
RispondiEliminaBoh?.... Content lui!
eh sì, Renzo, mi pâr che plui di cualchidun mi à dit che ti tache dispès, ancje sul NuovoFVG... jo invezit o ai cualchi problemut cuntun altri gjornalist che no mi à masse in simpatie...
RispondiEliminaCui chel?
RispondiEliminaSul MV di vue 26.11 e je tes letaris al diretor une che no le a masse cul insegnament dal furlan.
Le atu lete ce pensitu?
Daipo, cumo le cunvigne tu le as fate, tu puedis torna a scrivi alc no?
Se no i toi bloggers si smontin, e pensin mal...
Sumo!
Tosoni, le interviste e je di 7 agns fa quindi no sai ce che covente...
RispondiEliminaInvecite o aj cjatat di tosoni chiste robe recent che riclame une polemiche passade su chist blog un poic di timp fa:
IL FONDINO di Mauro Tosoni 13.10.06
Riconoscimenti per il terremoto: che ne direste di una moratoria?
In un paese dove compiere il proprio dovere è considerato eroico, un riconoscimento ci può anche stare. Diciamo pure due o tre. Ma adesso, potremmo anche fermarci, che dite?
di Mauro Tosoni
E poi dicono che i friulani sono dei musoni, che guardano con fastidio il forest, chi viene da fuori, che sono dei solisti. Ditemi voi quale altra regione italiana colpita da un disastro naturale - terremoti, alluvioni, che da noi abbondano - è stata così prodiga di riconoscimenti verso coloro che al momento della catastrofe gestivano gli apparati esecutivi dello stato.
Si dirà che il nostro terremoto è stato immane e che il riconoscimento deve essere proporzionato. Ma l’argomento non tiene: in Irpinia, la tragedia è stata tre volte più grande, ma i riconoscimenti sono stati molti di meno.
Non credo neanche che sia una questione di ex voto per grazia ricevuta: sempre restando alle cifre, in Friuli sono arrivati diecimila miliardi, in Campania sei volte tanto. Avrebbero molto di più da ringraziare loro, di noi.
No, la riconoscimentite è un male tutto nostro. Diciamo meglio, della nostra classe dirigente. Qualcuno sostiene che le medaglie si danno con il secondo fine di riceverne una, al momento opportuno. Ma sono solo cattiverie. La ragione vera è di carattere puramente estetico: la cerimonia commemorativa riesce meglio se c’è una medaglia, una pergamena, un presente da consegnare a qualcuno.
Con questo non voglio dire che i friulani siano dei cuori di pietra, degli ingrati. Dico solo che la fanno meno lunga. E con meno chiacchiere. Soprattutto, credo, sanno distinguere tra chi fa qualcosa per altruismo e chi lo fa perchè ha qualche tornaconto o semplicemente perchè è suo compito farlo.
In questo senso, avendo avuto un piccolo ruolo nelle vicende del dopo terremoto e, soprattutto, avendo avuto un rapporto con i terremotati che forse pochi dei riconoscenti attuali hanno avuto, mi permetto di dire che la frase “il Friul al ringrazie e nol dismentee”, il Friuli ringrazia e non dimentica si riferiva più alle migliaia di volontari accorsi qui per puro spirito di solidarietà che non alle eccellenze da toccata e fuga, magari dopo un sorvolo in elicottero.
Delle autorità, personalmente ho un altro ricordo. Di Andreotti, ricordo che i terremotati passarono quasi una giornata aspettando che sua signoria si facesse vivo al telefono per dir loro qualcosa sull’una tantum. Occuparono la prefettura per un intera giornata, il 7 gennaio del 1978, nell’attesa che l’allora presidente del Consiglio si facesse vivo. Ma lui aveva altro da fare, ci fece rispondere da un segretario. Non fosse venuto il presidente della Regione Comelli, a calmare le acque, chissà come sarebbe andata a finire.
Lasciamo perdere per carità di patria gli scandali che sfiorarono Zamberletti: certo, per l’affare delle baracche Atco pagò soltanto il suo segretario personale, ma è davvero il caso di riempire di medaglie il petto di uno che è stato quanto meno poco accorto nella scelta dei suoi collaboratori più fidati?
Ma la questione non è nemmeno questa: sono passati trent’anni, a che serve rivangare? La questione l’ha posta con lucidità l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, quando ha detto che non vedeva nessuna ragione nel riconoscimento che gli era tributato: lui pensa di aver fatto semplicemente ciò che gli imponeva il suo ufficio, prima da ministro dell’Interno, poi da presidente del Consiglio. Devono averla pensato allo stesso modo anche Ciampi, Scalfaro e Marini che - più diplomatici, erano tutti fuori Roma - non si sono fatti vedere alla cerimonia.
Invece di far passare la cosa in sordina, si cerca a tutti costi di creare un caso solleticando l’amor proprio dei friulani.
Il presidente del consiglio regionale Alessandro Tesini che, se non capisco male, è un po’ l’artefice di questa ondata di gratitudine a babbo morto, si mette addirittura a fare dello spirito: “Gliela porto io a Cossiga, la medaglia”.
I giornali sottolineano le assenze non senza una punta di rimprovero. Figuriamoci se poteva mancare in questo clima offeso l’intervento del più offeso, l’ex sindaco di Cavazzo Franceschino Barazzutti, che si è detto offeso per le assenze.
Hanno fatto semplicemente quello che dovevano fare, Franceschino. D’accordo, in un paese dove compiere il proprio dovere è considerato eroico, un riconoscimento ci può anche stare. Diciamo pure, due o tre. Ma adesso, potremmo anche fermarci, che dite?
E intant Cossiga si dimet.
RispondiEliminaCui saraial el prosim tirecampanei....?
Tosoni, le interviste e je di 7 agns fa quindi no sai ce che covente...
RispondiEliminaO cîr di dâti un rispueste:
1) parcè che 7 agns fa si fevelave di realizâ un setemanâl in lenghe furlane e cheste setemane al è saltât fûr "Il Diari" (setemanâl in furlan sot la direzion di M. Tosoni);
2) parcè che mi samee che lis cuistions frontadis di Mauro e sedin ancjemò di atualitât;
3) parcè che ogni tant scoltâ robe vecje no fâs mâl;
4) par meti in linie un archivi di opinions (un centenâr des plui diferentis)... ma no tu sês obleât a cjalâlu dut! ;-).
Farcadice, grasie dal clariment.
RispondiEliminaChristian interessant DS che al stice sul Furlanist no? ce ditu?
E di chel mataran di maxpotter? no tu saras migo chel anonimo che i romp i cojons parcheche nol scrif in grafie e trombizzai le vene poetiche?
Ah o ai vuidut che su splinder si po viodi j'ultis post dal profil, chi si podial?
p.s.
o ai vuitdut che tu ses lat a cjala el cul di Dania: braf e soj orgoglios di te, o tacavi a temi che tu pensassi dome al frico e no ale so declinazion feminil...
ahahah
Ma dinus dai cu esal chel gjornalist che ti ul mal?
RispondiEliminaDa ai toi detrators el gust di lei qualchi stroncature al saress un segno di fuarce no.
Un biel "Io tirero diritto! Un Menefrego! Supo!"