24 settembre 2006

Fûc a Rivis Darcjan


Vuê sul Messaggero, ma ancje come che al veve ricuardât Luca, tal post precedent, al è l'articul sul fûc che al à devestât l'implant di Rivis. Al semee che la situazion e sedi fûr pericul, ma al conven vê lis orelis spiçadis: no je une situazion tant biele.

8 commenti:

  1. DOMENICA, 24 SETTEMBRE 2006

    Pagina 11 - Udine

    L’incendio è divampato verso le 2 Superlavoro per i vigili del fuoco che sono stati impegnati per molte ore

    Si temeva che il denso fumo nero potesse disperdere sostanze tossiche, ma il pericolo è scongiurato

    Rifiuti, rogo devasta impianto: 5 milioni di danni La procura mette sotto sequestro i capannoni. Non si esclude l’origine dolosa

    INTERVENTO DELL’ARPA

    IL FATTO

    Rive d’Arcano. L’allarme dato nella notte da un automobilista

    RIVE D’ARCANO. Rogo l’altra notte all’impianto di trattamento di rifiuti di Rive D’Arcano, di proprietà della Comunità collinare del Friuli. Le fiamme hanno avvolto 3 mila tonnellate di immondizie e tre capannoni che sorgono su un’area comunale di circa 2 mila metri quadrati. In un primo momento l’incendio è stato attribuito a fenomeni di autocombustione, ma nelle ore successive gli investigatori, sulla base di elementi emersi nel tardo pomeriggio, non hanno escluso l’ipotesi dolosa. La dinamica, dunque, è ancora in fase di accertamento. Sull’episodio indagano i carabinieri di Fagagna con i colleghi del Nucleo operativo ecologico. I danni sono ingentissimi – si parla di diversi milioni di euro – e la struttura è stata posta sotto sequestro su disposizione della Procura di Udine.
    Più squadre dei vigili del fuoco – in tutto una quindicina di uomini, supportati dagli operatori della società cooperativa che gestisce l’impianto, l’Idealservice – sono all’opera dalle 2 di ieri. Il loro lavoro non potrà cessare prima di domani, perchè i metri cubi di immondizie da “trattare” affinché non si sviluppino nuovi focolai sono quasi 6 mila. Non si fermeranno nemmeno di notte, quando le cosiddette operazioni di smassamento (in pratica è lo spostamento dei rifiuti bruciati successivo allo spegnimento e viene fatto per scongiurare il pericolo di nuovi focolai) saranno illuminate da potenti fari. Tutte le strutture sono inagibili.
    I tecnici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, sono intervenuti per verificare se il denso fumo nero ha disperso sostanze inquinanti pericolose nell’aria (la sostanza più temuta, in simili situazioni, è la diossina che si potrebbe sprigionare dalla cattiva combustione di plasitca): a tale scopo hanno effettuato controlli.
    Come accennato, i danni, almeno stando a una prima stima, si aggirerebbero attorno ai 5 milioni di euro: «Un disastro» dicono i vertici della Collinare e dell’Idealservice, azienda che ha sede a Pasian di Prato. Le fiamme hanno distrutto l’intero impianto, fuso le strutture metalliche dei capannoni, danneggiato macchine operatrici e diversi mezzi tra cui carrelli elevatori, ruspe, muletti e anche un camion. Alcuni di questi erano situati a distanza di 10-15 metri dallo stabilimento.
    A dare l’allarme, qualche minuto dopo le due di notte, è stato un automobilista di passaggio che si è accorto del fumo che si stava alzando dallo stabilimento. Immediatamente sul posto si sono dirette diverse squadre di pompieri: da Gemona, da San Daniele, da Udine e anche da Codroipo. È entrato in funzione anche l’impianto antincendio dell’azienda. I vigili del fuoco, intervenuti con due autopompe, tre autobotti e anche con la “chilolitrica” (un camion che porta circa 30 mila litri d’acqua), sono riusciti a circoscrivere l’incendio, evitando così che si propagasse a un altro capannone, attualmente in disuso.
    «Tutto l’impianto è andato distrutto – ha detto Guido Guidoboni, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della Idealservice –, il rogo ha danneggiato anche macchine operatrici che si trovavano nelle vicinanze. Serviranno tre giorni di lavoro per domare tutti i focolai».
    A Rive D’Arcanosi è recato anche il funzionario dei Vigili del fuoco Sergio Serafin, il quale ha spiegato: «Vista la portata dall’incendio, che ha coinvolto migliaia di metri cubi di rifiuti, in questo momento è quasi impossibile stabilire che cosa abbia innescato le fiamme». Poi il caposquadra del distaccamento di Gemona, Giorgio Bertoni ha aggiunto: «Noi siamo arrivati qui stamattina, a dare il cambio ai colleghi del turno di notte. L’incendio ha coinvolto tre capannoni, uno dei quali è diviso in due parti. Per fortuna, siamo riusciti a evitare si estendesse anche un ulteriore capannone-deposito». (ha collaborato Raffaella Sialino)

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  2. DOMENICA, 24 SETTEMBRE 2006

    Pagina 11 - Udine

    Il sindaco Contardo: fatto un grande lavoro per tutelare l’ambiente

    La Comunità collinare: conseguenze pesanti, servono almeno 6 mesi per farlo ripartire

    LE REAZIONI

    RIVE D’ARCANO. La Comunità Collinare, proprietaria dello stabilimento per il trattamento dei rifiuti di Rive D’Arcano, ha decretato lo stato di emergenza. L’incendio scoppiato verso le 2 di notte tra venerdì e ieri ha infatti distrutto quello che era, nella zona, l’unico impianto di selezione e lavorazione del suo genere, capace di rispondere alle esigenze di un largo bacino di utenza, non solo dei Comuni della fascia del Friuli collinare ma anche di un vasto territorio della provincia di Udine, visto che a Rive d’Arcano conferivano rifiuti il Csr, l’At 2000, la Comunità Collinare e il Comune di Udine.
    «Le conseguenze di questo rogo sono pesantissime - ha commentato il presidente della Comunità Collinare, Tullio Picco, tra i primi a dirigersi sul luogo dell’incendio nel cuore della notte -, avvertiremo tutti i Comuni e anche il prefetto. Passeranno almeno sei mesi prima di potere ricostruire l’impianto. Ci stiamo attivando, fin da adesso, quindi per trovare una soluzione alternativa che consenta di garantire la prosecuzione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti. Questo impianto, costruito parecchi anni fa, era stato completamente ristrutturato circa tre anni fa e già da qualche tempo aveva raggiunto il top nel settore della lavorazione dei rifiuti. Eravamo pure in procinto di raddoppiarlo: avevamo già presentato in Regione il progetto relativo che doveva essere sottoposto alla valutazione di impatto ambientale. Purtroppo, ora, ci ritroviamo qui senza più l’impianto originale. Per non lasciare la raccolta differenziata per le strade, cercheremo di dirottarla su altri impianti. Sappiamo che sarà difficile mantenere l’alto livello di efficienza raggiunto in questi anni perché ciò comporterà dei costi notevoli ed al momento non abbiamo proprio idea di dove reperire i fondi necessari. Ma ci daremo da fare. Affronteremo anche i problemi logistici, confidando nella collaborazione di tutti».
    Anche il sindaco di Rive D’Arcano, Gabriele Contardo, si è diretto sul posto di prima mattina, insieme all’agente di polizia municipale Flavio Pagnutti e al tecnico comunale Nicola Burelli. «Mi sono voluto sincerare di persona - ha detto Contardo - di come fosse la situazione, se fosse sotto controllo, e soprattutto se ci fossero problemi per la salvaguardia ambientale. Per fortuna il materiale bruciato non è inquinante. Il nostro ufficio tecnico si è già messo a disposizione per collaborare con le forze dell’ordine, fornendo mappali e documentazioni, con l’intento di espletare tutte le pratiche necessarie per ricostruire e riattivare nel più breve tempo possibile l’impianto che è storico, è di fondamentale importanza per un vasto territorio di circa 50 mila abitanti. Rivolgo un appello, quindi, a tutti gli enti competenti, affinché cooperino per ricostruire l’impianto».
    Raffaella Sialino

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  3. DOMENICA, 24 SETTEMBRE 2006

    Pagina 11 - Udine

    Il gestore: non abbiamo ricevuto minacce

    I venti dipendenti rimasti senza lavoro saranno impiegati in altri stabilimenti dell’Idealservice

    RIVE D’ARCANO. Sono venti i lavoratori che attualmente erano impiegati nello stabilimento di Rive D’Arcano, andato completamente distrutto dal rogo. Dipendenti della Idealservice, i lavoratori verranno adesso dirottati in altri stabilimenti in cui opera l’azienda di Pasian di Prato, società cooperativa del settore delle pulizie e della selezione dei rifiuti per il loro riciclaggio.
    «Troveremo presto una soluzione anche per i dipendenti - ha detto Enzo Gasparutti, presidente della Idealservice -. L’incendio a Rive ha interessato tre capannoni: uno era adibito alla lavorazione dei rifiuti mentre gli altri due erano utilizzati per lo stoccaggio dei materiali in ingresso e in uscita. Durante la notte l’impianto resta fermo e i dipendenti non lavorano. L’area, però, fa da deposito ai mezzi per cui c’è un via vai di persone che vanno a prendere i camion per fare il loro servizio. Nessuno di questi si è accorto delle fiamme, perciò ci dev’essere stato un buco di circa un’ora o forse due, durante il quale l’area è rimasta deserta e durante il quale dev’essere scoppiato l’incendio che è stato notato da un automobilista di passaggio che ha provveduto a dare l’allarme».
    Anche il titolare della Idealservice Gasparutti assicura che gran parte del materiale andato in fumo era cartaceo e che la popolazione non deve temere rischi di inquinamento atmosferico e ambientale. Sulle cause, il presidente della Idealservice propende per l’origine accidentale anche se si dovrà attendere l’esito delle indagini per verificare l’eventuale dolo: «Credo si sia trattato di un’autocombustione e al momento mi sento di escludere il dolo - ha detto Gasparutti -. Non abbiamo ricevuto nessuna minaccia e neanche degli avvertimenti. E poi questo è un periodo veramente tranquillo per la nostra attività. Attenderemo comunque i risultati delle indagini».
    Qualche problema alla Idealservice, in effetti, c’è stato ma risale alla primavera del 2005 e riguardava una dura vertenza con i sindacati. Nel marzo dello scorso anno, infatti, per una ventina di lavoratori della cooperativa, che oltre allo stabilimento di Rive gestisce altri quattro impianti dislocati tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, si attivò la procedura di mobilità, proprio per ridurre il personale impiegato nello stabilimento di Rive D’Arcano, di proprietà della Comunità Collinare.
    Allora ne seguirono forti proteste da parte dei lavoratori interessati dal procedimento (in gran parte si trattava di donne immigrate di nazionalità africana), furono organizzati degli scioperi e ci fu l’intervento dei sindacati. Le lavoratrici fecero sentire le loro proteste, munite di megafoni e tamburelli, non solo negli spiazzi antistanti l’azienda ma anche davanti al palazzo della Provincia di Udine. La protesta si spostò anche a Monfalcone dove sindacati e rappresentanti dei lavoratori incontrarono l’assessore regionale Antonaz. (r.si.)

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  4. DOMENICA, 24 SETTEMBRE 2006

    Pagina 11 - Udine

    Ogni giorno trattate 100 tonnellate di rifiuti

    RIVE D’ARCANO. All’indomani dell’incendio che ha devastato l’impianto di selezione e smaltimento dei rifiuti, i vertici della Comunità Collinare, insieme agli altri organismi preposti, si trovano a dover affrontare la difficile problematica del dove dirottare i rifiuti finora conferiti nello stabilimento di Rive d’Arcano. Si tratta dell’ingente quantitativo di ben 100 tonnellate di rifiuti al giorno, provenienti tutti dalla raccolta differenziata.
    Il compito di trovare un altro stabilimento capace di accogliere tutti questi scarti si rivela davvero impegnativo poiché in tutta la provincia non esiste un altro impianto della stessa capienza di quello andato distrutto dalle fiamme. Il presidente della Collinare, Tullio Picco ha ammesso che «è ancora tutto da vedere. Adesso pensiamo a spegnere completamente il rogo e poi prenderemo una decisione in merito al conferimento, con la collaborazione di tutti». Ieri erano trapelate delle voci relative alla volontà di dirottare i rifiuti nell’impianto di Sedegliano, voci che non hanno avuto nessuna conferma ufficiale. Si deciderà il da farsi in queste ore. (r.s.)

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  5. Come che si diseve, la situazion no je tant lizerine e duncje o ai pensât di presentâ une interogazion in Consei comunâl, ve chi il test:

    Interogazion sul implant par refudums di Rivis

    Il sotscrit Christian Romanini
    - stant il fûc che al à devestât l'implant pai refudums di Rivis sabide di gnot
    - stant la preocupazion de int pe situazion ambientâl
    - stant che l'implant al è a pocje distance dai confins dal nestri Comun
    - stant la necesitât ancje di risolvi il probleme de ocupazion e dal funzionament dal implant stes

    AL DOMANDE

    - a ce pont che a son lis analisis ambientâls e se al è za cualchi risultât;
    - ce iniziativis che la Zonte comunâl e à in prevision o e à za fat in mert par tutelâ la salût de zone
    - cualis che a saran lis conseguencis pe interuzion dal servizi che al rivuarde ancje il nestri comun e ce soluzions che si intint cjapâ in sede di Comunitât colinâr.

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  6. Tu podaressis domanda ancje:

    1. "Se e o dis SE e vigniss acertade le origine dolose dal fuc, i comuns de comunitat colinar ce intindarano fa visto che el damp al e ancje (soredut)lor?"


    "E cumo visto che si po spietasi che tocjara la a ciri discjaries plui lontanis e smalti plui robe, il prevedibil magjor onere a cui laral su pe gobe? Ale Provincje, ae Comunitat ai Comuns o ai Citadins?

    Mi sa che le tasse e aumentara un altre volte invecite di calà come prospietat al avio dal progjet di racolte diferenziade (mai calade).

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  7. Mi sa che le to interogazion e finira tal novero dai pippons cme cal diseve c.m. parceche mi par, dal mesagjero di vue che si stedi adiriture za movint el ministeri cun Pecoraro Scanio (atu presint chel c'al rideve al funeral dai muats di Nassirya, eco chel siorut ali).

    Mandi

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  8. magari e saress le volte buine par taca a pensà a un thermovalorizzator...

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