Te prossime sentade che e sarà ai 29 di Setembar, il Consei comunâl di vuê al ringraziarà il Consei comunâl dal 1976 a 30 agns di distance. Jo o ai pensât di fâ une propueste pal on. Giuseppe Zamberletti, comissari straordenari pal guvier nomenât dopo dal taramot dai 6 di Mai 1976 pe gjestion de emergjence e de ricostruzion. Tal prin coment o cjatais la propueste...
SUL MESSAGGERO DI VUê
RispondiEliminaDOMENICA, 17 SETTEMBRE 2006
Pagina 11 - Udine
La proposta: Zamberletti senatore a vita
MAJANO. Alla prossima seduta consiliare, prevista per il 29 settembre, sono invitati a partecipare i consiglieri comunali in carica il 6 maggio 1976, giorno del drammatico terremoto che colpì il Friuli. Nel trentesimo anno dal sisma che segnò in maniera drammatica la storia e la vita della nostra regione, che seppe rinascere grazie alla lungimiranza e all’impegno degli amministratori capaci di scrivere l’esemplare pagina della ricostruzione friulana portata poi in tutto il mondo, il consigliere comunale Christian Romanini proporrà la nomina di senatore a vita per l’onorevole Giuseppe Zamberletti.
«Proporrò al consiglio comunale - dice Romanini - di approvare l’ordine del giorno per presentare l’onorevole Zamberletti al presidente della Repubblica italiana per la nomina a senatore a vita, per il ruolo fondamentale e la grande dimostrazione di alto senso civico e delle istituzioni che dimostrò nell’emergenza ricoprendo l’incarico di Commissario straordinario del Governo in occasione del sisma del 1976. Tutto ciò, considerato anche il curriculum vitae dell’onorevole Zamberletti nato a Varese nel 1933, consigliere comunale per due mandati, segretario generale della Federazione italiana amministratori enti locali, membro del direttivo dell’Associazione nazionale comuni italiani, eletto deputato nel 1968 nella circoscrizione di Como, Sondrio, Varese, componente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e dell’assemblea Ueo, rieletto deputato nel 1972, sottosegretario all’interno nel IV e V Governo Moro e nel III Governo Andreotti, con delega per la pubblica sicurezza e per il corpo nazionale dei vigili del fuoco e protezione civile, sottosegretario agli affari esteri nel I e nel II Governo Cossiga».
Il nome di Giuseppe Zamberletti è legato alla storia della Protezione civile italiana. Commissario straordinario del Governo nel Friuli terremotato nel ’76, Zamberletti fu commissario per l’organizzazione del soccorso e per le attività di assistenza ai profughi del Vietnam nel ’79, e in Campania e Basilicata dopo il sisma del novembre 1980. Ministro della Protezione Civile nei due governi Spadolini, nei due governi Craxi e nel Governo Fanfani, fu rieletto deputato per la sesta volta nel 1987. Ha fatto parte della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, dell’assemblea dell’Atlantico del nord e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia. Eletto senatore nel 1992, nel 1996 ha ricevuto dal presidente della Repubblica l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce. Nel 1996 l’Università degli studi di Udine gli ha conferito la laurea in ingegneria civile honoris causa per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale.
«Proporrò anche - conclude Romanini - di inviare l’ordine del giorno a tutti i Comuni colpiti dal sisma del 1976, alla Comunità Collinare del Friuli, alle Comunità Montane della regione, a tutti gli altri Comuni del Friuli-Venezia Giulia, alle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste e alla Regione affinché lo approvino e sostengano a loro volta la proposta di nominare Zamberletti senatore a vita». Majano fu tra i centri più colpiti dal terremoto del 1976. Il tributo di sangue che la cittadina pagò all’Orcolat fu di 130 morti, 1182 edifici danneggiati di cui 755 distrutti o demoliti. A trent’anni dal sisma, e precisamente in occasione del 30° anniversario delle scosse di settembre, a Majano si è svolta una manifestazione commemorativa denominata "Par Maj, par simpri: parole, musica e immagini", organizzata dalla Corale Gotis di Notis di Cassacco con l’associazione Pro Majano e il Comune di Majano. Teatro della manifestazione è stata la chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo per una serata di parole, musica e immagini in ricordo di tutte le vittime. Grazie alla lettura delle poesie scritte dalla professoressa Annamaria De Monte, e grazie alla musica della Corale Gotis di Notis nonché alla proiezione delle fotografie e dei filmati riguardanti la dolorosa esperienza che registrò un alto tributo di sangue, sono state commemorate le migliaia di vittime (bambini, anziani, giovani, uomini e donne) che il sisma ha improvvisamente strappato alla vita in quei lontani mesi di maggio e di settembre di 30 anni fa.
Raffaella Sialino
E SIMPRI SUL MESSAGGERO DI VUê
RispondiEliminaDOMENICA, 17 SETTEMBRE 2006
Pagina 1 - Prima Pagina
LE SCOSSE DEL SETTEMBRE 1976
IL FRIULI NON SI ARRESE
15 settembre 1976. Un altro terremoto sconvolgeva il Friuli ferito. Nei giorni precedenti, una serie di scosse aveva anticipato la mazzata distruttiva. Nella seconda settimana di settembre Giulio Andreotti, presidente del consiglio, era giunto in Friuli per una visita alle zone terremotate. Mi aveva chiesto di accompagnarlo avendo io svolto, dopo il disastroso terremoto del 6 maggio, le funzioni di commissario straordinario del governo per guidare le operazioni necessarie per far fronte all’emergenza, che era cessata a luglio . Allora il ruolo della Protezione civile e quindi i poteri eccezionali conferiti al commissario terminavano con la conclusione delle attività di soccorso. A luglio, con il trasferimento della responsabilità alla Regione per l’avvio della ricostruzione, furono revocati lo stato di emergenza e le procedure eccezionali connesse con la sua gestione.
Ma la pioggia e il clima impietoso di un autunno anticipato avevano già, nei primi giorni di settembre, posto sul tappeto un problema la cui soluzione avrebbe determinato una svolta radicale nella concezione del ruolo e dello spazio di azione della Protezione civile.
«Dalla tenda alla casa», avevano detto, quasi unanimemente, i friulani all’indomani della catastrofe.
La volontà di evitare a tutti i costi la disastrosa esperienza del Belice e il lunghissimo calvario di quelle popolazioni in baraccamenti improvvisati aveva alimentato nei friulani la speranza di una ricostruzione rapidissima e l’illusione, quindi, di poter eliminare fasi intermedie , riducendo o quasi azzerando i tempi dell’attesa. Nell’estate i friulani avevano lavorato duro e con grande determinazione per riparare ciò che era riparabile, quindi gli edifici non gravemente danneggiati.
Gli alpini dell’Ana erano accorsi da tutta l’Italia, allestendo cantieri ovunque per stare a fianco della gente del Friuli. Ma il sindaco di Moggio era stato il primo ad avvertire, già all’inizio dell’estate, la grave minaccia per il destino dei terremotati al sopraggiungere dell’inverno. «Dateci le baracche», aveva implorato. Pur non essendoci un’esperienza né in Italia né in Europa di rapidi e massicci reinsediamenti provvisori della popolazione, la Regione prese l’unica decisione ragionevole per consentire a decine di migliaia di persone che vivevano sotto le tende di affrontare il lungo periodo fra la catastrofe e la ricostruzione definitiva, che doveva rispettare la storia, la cultura e le tradizioni dei paesi colpiti . Ma, a settembre, il tempo che separava dall’inverno era già troppo breve per la realizzazione di un programma di edilizia di emergenza che avesse le caratteristiche necessarie per resistere ai tempi lunghi dell’attesa della ricostruzione.
Il Friuli era dunque di nuovo in emergenza e Andreotti, sollecitato da tutte le forze politiche, mi nominò nuovamente commissario straordinario,il 13 settembre, proiettando il compito della Protezione civile fino al momento della ripresa della vita economica e sociale delle comunità.
Ecco dunque che la Protezione civile vedeva per la prima volta ampliata la sua competenza dai compiti originari della gestione della prima emergenza fino al momento in cui la normale vita dei cittadini, le loro attività economiche e la vita sociale delle comunità sarebbero riprese.
Ma l’apparato d’emergenza, nel settembre ’76 doveva risolvere un problema urgente e drammatico. La gente non era in grado di aspettare le soluzioni abitative provvisorie sotto le tende o nelle roulotte. La macchina del soccorso riprese a girare con la ricostituzione dei centri operativi, la rimobilitazione delle Forze armate e dei Vigili del fuoco. Si prese la decisione di arretrare la popolazione senza tetto nei centri della costa adriatica, avendo cura di mantenere compatte le comunità, di consentire i collegamenti quotidiani con i centri di origine, di garantire la continuità del sistema scolastico con lo spostamento degli insegnanti nei centri della costa, evitando così il rischio della diaspora.
Ma il nuovo, disastroso terremoto del 15 settembre rappresentò il momento più difficile per il Friuli, moltiplicando ed esasperando i terribili problemi che eravamo chiamati ad affrontare.
Anche gli edifici lievemente danneggiati, che erano stati riparati con il duro lavoro estivo, andarono perduti. Il colpo fu durissimo per i friulani, proiettati ormai sui problemi della rinascita. Tutti i numeri dell’emergenza aumentarono. Malgrado ciò, 40 mila cittadini vennero arretrati ordinatamente nei centri di Grado, Lignano, Jesolo, Bibione, dove si era provveduto a impegnare migliaia di seconde case, e anche a Ravascletto, perché lì i carnici avrebbero trovato un ambiente più familiare per gente di montagna.
Si avviò contemporaneamente una grande operazione per realizzare 20 mila alloggi prefabbricati, con l’obiettivo, puntualmente raggiunto, di riportare tutta la popolazione nei paesi di provenienza entro il 31 marzo 1977.
Per me il ricordo del 15 settembre è collegato a un’immagine: la fotografia sulla copertina di un’edizione straordinaria dell’Espresso uscito in quei giorni. Mostrava un vecchio che tirava a mano un carretto carico delle poche cose recuperate dalla casa distrutta. Attraversava la via di un paese tra una fila di case diroccate e aveva accanto i suoi familiari. Il titolo mi colpì come una frustata: descriveva lo sconforto degli italiani dopo il secondo terremoto: “Il Friuli si arrende”.
Ma il Friuli non si arrese.
Solo chi ha vissuto quei giorni può capire cosa provo ogni qualvolta percorro le vie del Friuli rinato.
GIUSEPPE ZAMBERLETTI
Brao Christian, tu as vude proprit una bjele idee. Zamberlet al merte un ricognosiment di chest tipo e mi fasarai puartevoos a Rome de too istance. Fra tanc tirecampanei da culture di sinistre ca vegni nomenaas senators a vite par merits pui che atiis di contiguitaat politiche , un galantom come Zamberlet, ca là daat lustro al Friuul e a dute l'Italie al merite di iessi nomenaat!
RispondiEliminaGrazie Renzo!
RispondiEliminaEh si, el Onorevul cheste volte al a cagat fur dal vàs!
RispondiEliminaAndreotti?
Ciampi?
Colombo?
Cossiga?
Montalcini?
Pininfarina?
Scalfaro?
Forsite, come a mi, i plas pòc Oscar Luigi, ma ancje chel definilu un tiercampanei di cjamepe al è un tic ridutif...
D'altronde s'al cròt che la di Centa e sedi lade sul Everest....
Cu afiet
E comunque Ciampi, Cossiga e Scalfaro, ex presidents e son di derit, no di nomine.
RispondiEliminai parês dai comitâts a son tal post dal consei di cualchi zornade indaûr. a pene che indi ai di gnûfs us visi, pal moment a restin dome chei trê
RispondiEliminaPuedio domandâ une opinion su la mê propueste? Ce us semeial cheste iniziative par Zamberletti? No jentri tal mert dai altris senatôrs, ancje se pal vêr, cualchidun no mi stâ tant simpatic nancje a mi. Dut câs o pensi che al sedi miôr fevelâ di Zamberletti: cuant che o vin ricuardât la sere dal Taramot tancj di voaltris mi àn scrit lis emozions, lis pôris, dulà che a jerin... isal nissun che al à mai fevelât cun lui? Cui di voaltris isal stât a fâ l'Unvier a Lignan? A mi la siore Mora mi contave di cuant che a àn scugnût puartâ jù la jù tantis fameis. Nus contaiso alc su chest? Grazie
RispondiEliminaIntant sul Gazzettino di vuê:
RispondiEliminaLunedì, 18 Settembre 2006
MAJANO
Il consiglio vota un odg per fare Zamberletti senatore a vita
MAJANO - Il consiglio comunale di Majano voterà il prossimo 29 settembre un ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Christian Romanini , della Casa delle libertà, volto a sostenere la nomina di Giuseppe Zamberletti, commissario straordinario per la ricostruzione in Friuli dopo il terremoto del 1976, a senatore a vita. Al Consiglio comunale del 29, a Majano, sono stati invitati anche i consiglieri in carica all'epoca del terremoto. Se l'odg sarà approvato, saà poi inviato a tutti i Comuni colpiti dal sisma, alle Province e alla Regione.
Ben fate!
RispondiEliminaForsit no je dute farine dal to sac, comunque j soi d'acordo!
Ancje se, lassant pierdi i ex presidents, l'onoreficienze e ven di solit concedude par alti meriti par compits svolts a favor de nazion e/o in campo internazional.
Grande l'opare di Zamberletti in Friùl, le protezion Civil come concepide vue e je nassude in friul, i plans di intervent rapit te scalamitàs e son nassus in cheij agns, ma mi domandi, no par fa polemiche, fur dal friul chest omp isal altretatn cognossut e apprezzat?
O mior, le onoreficenze di cavaliere di Gran Croce de republiche, une des plui altes onoreficenzes conferide dal 96 ise vonde?
O ul di che forsit e son in Italie une ventine di persones che an merits come i soi no?
E podin auguraiur un destin onorific plui altr ma di fat no deventaran duç senators a vite.
Di quanche e je le republiche an d'e stats mi par 40, forsit qualchidun discutibil ma el pes di politcs, filosofos, scienzias, scritors, industriai che an vut chiste carghe ale altri.
Se dopo al deventara senator, e tal discors di insediament al ringraziara publicamentri CHRISTIAN ROMANINI.... beh, tu varas gust di sbeleai a pliu di cualchidun, ancje a mi!
Chi sot el elenco dai senators a vite, pasaz e presints (in grassetto)
Giovanni Agnelli
Giulio Andreotti
Carlo Bo
Norberto Bobbio
Pietro Canonica
Guido Castelnuovo
Carlo Azeglio Ciampi
Emilio Colombo
Francesco Cossiga
Eduardo De Filippo
Francesco De Martino
Enrico De Nicola
Gaetano De Sanctis
Luigi Einaudi
Amintore Fanfani
Giovanni Gronchi
Pasquale Jannaccone
Giovanni Leone
Rita Levi-Montalcini
Mario Luzi
Cesare Merzagora
Eugenio Montale
Giorgio Napolitano
Pietro Nenni
Giuseppe Paratore
Ferruccio Parri
Alessandro Pertini
Sergio Pininfarina
Camilla Ravera
Meuccio Ruini
Carlo Alberto Salustri, detto Trilussa
Giuseppe Saragat
Oscar Luigi Scalfaro
Antonio Segni
Giovanni Spadolini
Luigi Sturzo
Paolo Emilio Taviani
Arturo Toscanini
Leo Valiani
Vittorio Valletta
Umberto Zanotti Bianco
Proposte di Thermonuke
RispondiEliminaParce no proponi di ricognossi ale siore Bonati Mora un titul postumo che forsit a je une robe un grump plui sintude te comunitat majanese?
Cert, ancje el Senator a Vite, no ul gjavà merits a Zamberletti ma mi somee une robe un tic plui improbabil posto che al e gia cavaliere di gran croce.
Mi somee une robe plui de comunitat majanese, forsite e varà mancul eco in tai comuns de regjon ma cjalant ben e je meritevul di atenzion.
Jo o sai che tu tu vevis stime de siore che forsit no amave tant i clamors e le publicitat.
Grazie pe considerazion che tu daras a cheste me proposte (no je une rubriche).
Mandi thermo,
RispondiEliminala siore Mora dal sigûr e merite un ricognossiment: jo o volevi che a fos intitulâde une aule dentri des scueli, e cuant che nol jere tant che e jere mancjade o ai fat une proposte uficiâl che o vin mandât, mi pâr in Prefeture, ma nus àn rispuindût che nol jere pussibil.
O tornarai ae cariche ancje parcè che o soi convint che int come la siore Mora e il Miedi Mora a meritaressin plui considerazion di ce che a àn vût: no jerin di Maian, ma a àn rapresentât plui lôr Maian e fat tant pe nestre comunitât di tancj "tirecampanei": no mi riferìs a nissun component dal senât, ma a chei che ator par Maian a son bogns dome di criticâ e menâ la lenghe. E al sarès ben no dismenteâju!
Mi riferivi in particolaar a Luzi, braaf poeta, dùt ce chi vulejs...però! Opur al fàt ca jere stade fate la proposte di faa senador a vite che tirecampanej (i confermi, in chest caas) di Dario Fo (dato che la so siorute Franca Rame aè già senatrice cun Di Pietro!!!) Comunque, tornat a Firenze (dato che Luzi al jere di lì) meritaviel plui lui da Fallaci?
RispondiEliminaLe Carlucci e le Di Centa
RispondiEliminaVisto che il mestri al ul che si conti di chei agns...
RispondiEliminaPar chei un tic plui granduz un induvinel:
Cui us visial o someial di muse Zamberletti?
Al e vonde facil s'ò vès almancut 30 agns e no je une cjapade pal cul.
Nissun? ao di dilu jo?
RispondiEliminaBon us al dis jo!
RispondiEliminaConche o jeri piciul e lu vedevi par television mi someave simpri el miedi DeCarli sal visaiso?
Forsit mi someave dome a mi.